LORO E NOI - 31/01/2025
 
Lo strameritato pane

La Cina irrompe nel mondo dell’IA, l’intelligenza artificiale generativa, e lo fa rompendo il (presunto) monopolio statunitense. DeepSeek fa crollare la borsa americana dei titoli Hi-Tech, mettendo in fibrillazione il mercato (asianews, sito web, del 30 gennaio).
Eppure i colossi dell’alta tecnologia statunitense non arretrano nei loro investimenti. Nel settore dell’IA, in continua crescita, sono promessi da Microsoft, Facebook ecc. miliardi e miliardi di dollari.
Le prime pagine dei quotidiani riportano la notizia, in bella evidenza. Quando si parla di miliardi, anche quelli che vanno in fumo, e miliardari la notizia non può non fare audience.
Meno in bella evidenza si riportano, invece, le tristi storie di chi si trova ai margini della società, le cui fila però crescono costantemente.
Avvenire, versione online, del 25 gennaio, in un’inchiesta sui senza tetto, riporta un bollettino di guerra: «Nel 2024 sono morte in strada 424 persone - afferma Michele Ferraris responsabile comunicazione della Fiopsd - e la tendenza di quest’anno è invariata. Si sta abbassando l’età media delle vittime, l’anno scorso il 17% aveva tra i 17 e i 29 anni e il 90% era straniero. Il 20% aveva tra 40 e 49 anni. Ma non c’è una stagionalità. Il 29% muore d’estate quando siamo in ferie e il 25% d’inverno».
Abbiamo poi lavoratori che non riescono più a tirare avanti, come Massimo, italiano, di 40 anni: «Oggi non ho mangiato - dichiara -, soprattutto mi serve un sacco a pelo per dormire in una viuzza laterale più riparata e sicura. Ho fatto domanda in dormitorio, devo resistere qualche giorno. Lavoravo fino a tre mesi fa come salumiere in un supermercato. Poi il mio reparto ha chiuso e quando ho finito i soldi per l’affitto la padrona di casa mi ha buttato fuori. Quando vivi in strada non hai tempo per i colloqui, devi metterti in fila per mangiare, lavarti, cambiarti».
Lavoratori a cui non è dato neanche il pane che meriterebbero per il solo fatto di generare ricchezza sociale con il loro lavoro e sudore. Ricchezza costantemente sperperata dai vari tycoon di turno.
Questa triste, avvilente e contradditoria realtà, fatta da una parte di straricchi che investono e bruciano miliardi di dollari come fossero “bruscolini”, mentre dall’altra parte vi sono lavoratori che non riescono neanche a mettere insieme il pranzo con la cena, non è “turbocapitalismo”, “tecnofeudalesimo” o altre fantasiose terminologie per descrivere uno stato delle cose “altro” dal contesto che quotidianamente viviamo. Non è una “alternativa” distorta di un sistema che potenzialmente potrebbe funzionare senza storture.
Questa realtà barbara e inumana è il capitalismo, o meglio, l’imperialismo, fase suprema del capitalismo, nella sua sempre attuale definizione leniniana. L’unica alternativa a tale realtà risiede nel suo superamento, in una società finalmente senza classi. Tutte le altre “alternative”, siano fatte per descrivere situazioni migliorative o peggiorative, sono soltanto fumo negli occhi per i lavoratori che, oggi come ieri, necessitano della lotta di classe, anche di più dello strameritato pane.