Lenin e l’Eni
Molti, probabilmente non avendolo mai letto, considerano L’imperialismo, fase suprema del capitalismo (una delle principali opere di Lenin) un testo superato, vecchio, non in grado di descrivere la modernità del mondo attuale.
Al contrario, tante sono le conferme di un testo che, seppur scritto più di un secolo fa, nel mezzo della Prima guerra mondiale, descrive magistralmente la realtà odierna, nelle sue dinamiche politiche ed economiche. L’imperialismo, ovvero il capitalismo giunto nella sua fase suprema, ha aumentato esponenzialmente la capacità distruttiva delle forze produttive e ha legato in maniera indissolubile il modo di produzione borghese al fenomeno della guerra. La guerra è tornata ad essere un tema di stretta attualità anche in Europa e la fase attuale ha seppellito i miti, le speranze, le illusioni di tutti coloro che consideravano inevitabile lo sviluppo pacifico dell’economia mondiale.
Lenin descrive come l’imperialismo sia anche un modo di pensare, un modo di vedere e di considerare la realtà, un’ideologia che si fa strada anche nella classe operaia. I capitalisti investono i propri capitali nel mondo, e così facendo ottengono sovraprofitti che, in parte, servono ad arricchire strati di classe operaia, a corromperla politicamente, a schierarla a fianco della propria borghesia. Sono le stesse regole di funzionamento dell’economia capitalistica, maturata imperialisticamente, che creano la base materiale dell’opportunismo, di una classe proletaria che non riconosce i propri interessi storici e che, pesantemente influenzata da quelle che sono le ideologie della classe dominante, non riesce ad esprimere un’azione politica autonoma.
Segnaliamo a tale riguardo l’articolo de Il Sole 24 Ore del 29 novembre («All’Eni quattro nuovi blocchi nell’offshore della Costa d’Avorio») che descrive, non definendola così, la politica imperialistica dell’Eni, il principale gruppo energetico italiano. Un gruppo sempre più attivo in Africa che ha firmato con la Costa d’Avorio un contratto per l’acquisizione di quattro nuovi blocchi esplorativi offshore, un contratto che ne rafforza la presenza nella regione e che ne aumenterà la capacità produttiva grazie alle risorse presenti nel Paese africano. Quasi in contemporanea all’accordo, la società di San Donato ha annunciato che assegnerà oltre tre milioni di azioni gratuite ai propri dipendenti: il Piano prevede due assegnazioni annuali, nel 2024 e 2025, di azioni gratuite per un controvalore monetario individuale annuo di 2.000 euro.
Ai borghesi guadagni di milioni di euro, ai proletari le briciole. Un bell’esempio, riteniamo, di cosa sia l’imperialismo.
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