Non basta mai…
La guerra in Ucraina continua e, da una parte e dall’altra, serve costantemente carne da cannone.
Stando alla versione online del Corriere della Sera del 28 novembre, l’amministrazione Biden sta facendo pressioni sul Governo ucraino affinché abbassi l’età per il reclutamento: «L’Amministrazione Biden preme sul governo ucraino affinché abbassi l’età della leva dagli attuali 25 anni a 18».
I tempi della guerra si allungano, bisogna rimpinguare le forze: «I generosi volontari della prima ora, al momento dell’attacco voluto da Putin 33 mesi fa, sono ormai esauriti. E la legge sulla leva per il ricambio dell’esercito è entrata in vigore solo a fine primavera. Ma i soldati non bastano».
Per contro, già a marzo di quest’anno, Putin aveva firmato un decreto per l’arruolamento di 147 mila unità. Stando a quanto riportato da AnalisiDifesa (https://www.analisidifesa.it): «Il decreto estende di tre anni (da 27 a 30) l’età massima per l’arruolamento di leva che oggi coinvolge i cittadini maschi tra i 18 e i 30 anni escludendo però coloro che hanno compiuto 27 anni prima della fine del 2023, i riservisti di 28 e 29 anni, i cittadini che lavorano nelle aziende informatiche e nell’industria della Difesa».
Intanto il resto dei Paesi europei, sospinti dai venti di guerra, si preparano ai nuovi, battaglieri scenari, allocando per gli armamenti nuove risorse economiche e predisponendo anche l’arsenale ideologico utile per preparare, in un futuro sempre meno lontano, i lavoratori all’estremo sacrificio in nome della patria.
Sul sito web di SkyTG24 del 26 novembre si riportano i piani tedeschi per la paventata escalation ucraina: «L’escalation in Ucraina inizia a porre seri interrogativi a tutti i Paesi Nato: cosa fare in caso di conflitto armato? A questo interrogativo hanno iniziato a rispondere in Germania, dove il quotidiano Süddeutsche Zeitung ha rivelato un piano rivolto alle aziende in caso di guerra. Se si verificasse un attacco a un membro dell’Alleanza, anche l’Italia sarebbe chiamata a rispondere, come prevede l’articolo 5 della Nato».
Anche l’Italia quindi deve “fare la sua parte” e allora ci si interroga su chi dovrà far fronte all’esigenza dell’amor patrio. In questo ci viene in aiuto Lenin (Opere Complete: “Arruolamento forzato di 183 studenti” – anno 1900) che spiega bene il destino del lavoratore arruolato: «Assoluta mancanza di protezione per il soldato di origine contadina o operaia, disprezzo della dignità umana, estorsioni e percosse, percosse e ancora percosse. Per chi invece ha relazioni influenti e denaro, privilegi ed esenzioni».
Eppure i militanti per la causa della società senza classi, i giovani che hanno iniziato a prendere coscienza della necessità della lotta al capitalismo, avranno anche in questo terribile frangente la possibilità di emanciparsi e riscattarsi dal giogo imposto loro dalle classi dominanti: «Vedranno quale sia di fatto la situazione del popolo semplice, soffriranno per gli oltraggi e le violenze cui saranno quotidianamente costretti ad assistere […]. Chi comprenderà questo lascerà il servizio militare col giuramento di Annibale di lottare assieme alla classe d’avanguardia del popolo per l’emancipazione di questo dal dispotismo».
Alla borghesia non basta mai la carne da cannone, ma sarà proprio quest’ultima, temprata dalla lotta, a porre fine alla sua inumana oppressione.
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