LORO E NOI - 31/07/2024
 
Fame, malnutrizione, assuefazione

Nel pieno dell’estate, gli organi di informazione hanno riportato, senza particolare enfasi, i recenti e aggiornati dati sulla fame nel mondo. Secondo il rapporto sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione (SOFI), pubblicato da quattro agenzie delle Nazioni Unite, l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), il Programma Alimentare Mondiale (PAM), il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) e il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), nel mondo una persona ogni undici soffre la fame.
Nel 2023 la stima degli individui che hanno sofferto per fame è arrivata a circa 733 milioni di persone, 152 milioni in più rispetto al 2019. La fame – rileva il rapporto – sta aumentando in modo allarmante in Africa, dove coinvolge una persona su 5 e dove l’insicurezza alimentare è quasi doppia rispetto alla media globale.
Il rapporto evidenzia inoltre come il mancato accesso a una dieta sana per ragioni economiche continui a essere un grave problema che investe oltre un terzo della popolazione globale. Nel 2022, oltre 2,8 miliardi di persone non hanno potuto permettersi un’alimentazione sana. Queste disuguaglianze sono particolarmente pronunciate nei paesi a basso reddito, dove il 71,5% della popolazione non ha accesso a una dieta adeguata, rispetto al 6,3% degli abitanti dei paesi ad alto reddito. La percentuale è scesa al di sotto dei livelli pre-pandemici in Asia, in America settentrionale e in Europa, mentre è salita enormemente in Africa. Al contempo, le stime aggiornate sull’obesità nella popolazione adulta evidenziano un costante incremento nel corso dell’ultimo decennio, dal 12,1% del 2012 al 15,8% del 2022. Secondo le previsioni, entro il 2030 ci saranno nel mondo più di 1,2 miliardi di adulti obesi con conseguenze sul loro stato di salute. Il fardello della malnutrizione, della coesistenza di denutrizione e di sovrappeso o obesità ha subito un’impennata in tutte le fasce di età della popolazione mondiale.
Nonostante il sistema capitalistico produca cibo in abbondanza, ogni anno muoiono ancora quasi 2,5 milioni di bambini malnutriti. Avversi eventi climatici, inflazione crescente dei prezzi dei generi alimentari, tassi persistenti e intollerabili di povertà, guerre o conflitti sono fenomeni endemici di un modo di produzione incapace di soddisfare le più comuni, banali e naturali esigenze dell’uomo.
Quelle descritte sono condizioni che dovrebbero indignare, scandalizzare, colpire la sensibilità umana, condizioni che in Italia, e in quella parte di mondo che non vive marcatamente questi problemi, vengono per lo più accolte con superficialità, indifferenza, assuefazione. Sono condizioni di vita inumane di una società sempre più inumana.