Al servizio
Marx è superato. La concezione marxista della società capitalistica è semplicistica, obsoleta. In fin dei conti è solo una definizione ottocentesca inadeguata a rapportarsi alla fluidità, alla incorporea complessità dell’attuale società post-tutto. Non parliamo nemmeno di come il marxismo affronta il tema dello Stato e della sua natura di classe, una manifestazione ormai improponibile di schematismo dottrinale e di classismo antiquato. Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi di Marx ed Engels e la Russia di Lenin era una particolarità semi-asiatica estranea ai mirabili sviluppi dello Stato e della sua ragione sociale nelle progredite società occidentali. Lo Stato infine siamo tutti noi, grazie ad un lungo e articolato processo di democratizzazione, ai dettati costituzionali più belli del mondo, ai miracoli tecnologici che consentono una partecipazione che scavalca i vecchi e sorpassati confini di classe.
Quante volte ci siamo sentiti ripetere queste altisonanti baggianate.
Poi arriva un ministro (che molto probabilmente non avrebbe problemi a sottoscrivere urbi et orbi le suddette baggianate) e placidamente illustra i compiti che il potere politico deve assumersi e assolvere nei confronti delle aziende che appartengono alla propria dimensione nazionale: «Rafforzarle, proteggerle dall’aggressione straniera e mettere lo Stato al loro servizio» (il ministro della Difesa Guido Crosetto, La Stampa 1 giugno).
Una ricostruzione della funzione dello Stato nella società capitalistica, dei rapporti tra mondo politico ed esigenze, interessi borghesi che risulta persino rozza, sbrigativa, nella sua brutale franchezza, nel suo spiccio adattarsi alle pressioni provenienti dalla realtà sociale.
Ma questa è una costante: il confronto con la realtà della società divisa in classi non può che diventare, nelle formule dei politici borghesi in servizio attivo, che falsificazione ideologica, retorica inconsistente o volgarizzazione.
Con il marxismo, questo confronto è diventato teoria, teoria rivoluzionaria. Questo la borghesia non potrà mai perdonarglielo. |