LORO E NOI - 30/05/2024
 
Modernità capitalistica a Pechino

Il Financial TimesThe silent army that makes Beijing’s daily life possible», 24 aprile) ha pubblicato un reportage sulla vita quotidiana di Pechino e sull’utilizzo crescente di applicazioni in grado di far arrivare in tempi velocissimi qualsiasi tipo di prodotto. La capitale della Cina viene descritta come una città ultra moderna dove è sempre più comune vedere robot che consegnano merci, che fanno pulizie, o imbattersi in hotel dotati di ascensori con il riconoscimento facciale che portano autonomamente il cliente al piano desiderato.
Una modernità basata su un esercito di lavoratori che rende possibile ordinare qualsiasi tipo di bene e poterlo avere quasi subito. La Cina ha nel complesso 84 milioni di lavoratori impiegati nel fornire servizi ordinati tramite applicazioni, il 10% della popolazione attiva (nel Regno Unito, per avere un elemento di paragone, i cosiddetti gig worker sono l’1,4% della forza lavoro totale). Le piattaforme premiano i lavoratori più veloci e coloro che riescono a massimizzare i tempi anche quando le condizioni atmosferiche sono proibitive. L’incentivo alla velocità incoraggia la guida pericolosa e favorisce inevitabilmente il verificarsi di incidenti. Il quotidiano britannico sostiene che la Cina è il Paese più adatto per questo tipo di mercato perché dotato di efficaci infrastrutture, abbondanza di lavoratori a basso costo e leggi occupazionali che permettono di creare un sistema di consegna iper efficace. Un sistema che funziona non grazie ad adeguate catene di approvvigionamento, non grazie ad algoritmi sofisticati, ma grazie allo sfruttamento di milioni di lavoratori.
La nuova economia capitalistica non è poi così nuova.