L’Europa reale
Dal palco del forum di Davos, in mezzo agli agenti del capitale mondiale, ai capi di Stato e ministri incaricati di difendere gli interessi delle proprie borghesie di riferimento e di torchiare la classe operaia, ai pescecani che si ingrassano con lo sfruttamento proletario su scala globale, Christine Lagarde, presidente della Bce, ha lanciato l’appello: in Europa serve il mercato unico dei capitali, «bisogna accelerare»! (la Repubblica, 19 gennaio).
L’unificazione della molteplicità di Stati borghesi europei in un’unica entità statuale (perché questo significa fisco unico, esercito comune etc.) è questione epocale, che chiama in causa rapporti di forza tra potenze, scontri di interessi imperialistici all’interno del continente europeo e a livello mondiale. Va ben oltre gli appelli e gli ordini di scuderia di super-burocrati avvezzi a redditi stellari in cambio di un’incessante attività di somministrazione di panzane (ricordiamo la fine della lotta di classe, sancita da madame Lagarde in persona).
Ma è comunque interessante osservare – in un’Europa dove l’inflazione azzanna impunemente i salari (il caso italiano è esemplare di quanto la condizione proletaria non abbia beneficiato in nulla dal ricambio al Governo tra illuminati europeisti e fieri sovranisti), dove si discute allegramente di deportare i migranti (quelli che non muoiono affogati o di freddo ai suoi confini o che non vengono dissuasi a proseguire nel cammino dalle angherie delle forze dell’ordine di alcuni dei suoi Stati membri), dove si pianificano progetti di riarmo mentre la salute e una casa dignitosa diventano sempre più un privilegio di classe – quali sono le priorità di questa classe politica.
C’è un’Europa fittizia, buona per i discorsi d’occasione e le deposizioni di corone di fiori alla memoria di chi ci ha creduto…
Poi c’è l’Europa oggi reale, quella del capitalismo maturato e sprofondato nella sua fase imperialistica.
Come ci insegna ancora Lenin, morto un secolo fa, l’unificazione politica di questa Europa non può che essere o impossibile o reazionaria. |