LORO E NOI - 30/07/2023
 
Sanità di classe

La prima pagina del Sole 24 Ore del 26 luglio denuncia lo «scandalo» delle liste di attesa in ambito sanitario. Secondo il quotidiano di Confindustria, quasi 2,5 milioni di italiani non si sono potuti curare a causa dei tempi lunghi delle liste di attesa mentre cresce il numero di persone che decidono di pagare per sostenere visite specialistiche o esami medici. Nel capitalismo italiano una visita, una tac, un’ecografia o una risonanza magnetica, se prenotate attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, richiedono tempi di attesa di molti mesi, e non è ormai così inusuale dover aspettare anche più di un anno. Chi se lo può permettere sceglie la scorciatoia dell’intramoenia, la prestazione all’interno dell’ospedale interamente pagata dal cittadino, che in alcune Regioni è esplosa superando di gran lunga l’attività ordinaria. L’Istat certifica che la quota di chi paga interamente le spese per sostenere visite è arrivata al 42% nel 2022 (era al 37% nel 2019) e al 27,6% per gli accertamenti diagnostici (dal 23% del 2019). «In alcune situazioni l’intramoenia, insieme al pronto soccorso, è diventata per paradosso la principale porta di accesso dei cittadini al Servizio sanitario nazionale, altrimenti rallentato da liste di attesa troppo lunghe».
Le stesse strutture che propongono, attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, attese di mesi, se non di anni, solo solite, come per magia, per chi paga, proporre a distanza di giorni la possibilità di eseguire la visita o l’esame richiesto. É la magia del profitto a cui anche il sistema sanitario si sta sempre più assoggettando, è la magia di un sistema economico che ha reso la salute una merce, che assiste chi può permettersi di pagare e che ignora, trascura o dimentica chi non ha risorse adeguate per sostenere le proprie cure.