La convenienza nel mondo capitalista
Alla fine di maggio una trentina di facchini di una cooperativa in appalto a Mondo Convenienza, esasperati dalle degradanti condizioni di lavoro a cui sono quotidianamente sottoposti (fino a 12 – 14 ore di lavoro al giorno per portare anche 100 Kg di mobili a mano al 6° piano, senza poter usufruire della pausa pranzo, in cambio della vergognosa paga di 6,80 euro lordi l’ora), hanno iniziato uno sciopero presso il magazzino di Campi Bisenzio, per indurre i due padroni da cui sono contemporaneamente sfruttati (la cooperativa RL2 e la di lei committente Mondo Convenienza) a rendere più umane condizioni d’impiego che oggi non sono più riservate neppure alle bestie.
Sia la stampa locale (La Nazione, Il Tirreno, FirenzeToday) che nazionale (la Repubblica, il Fatto Quotidiano) nelle edizioni del periodo compreso tra il 5 e il 20 giugno, ci raccontano qual è stato il trattamento riservato a questi lavoratori, colpevoli di aver voluto riaffermare, tramite l’organizzazione e la lotta di classe, la propria dignità di esseri umani.
Il 5 giugno, le forze dell’ordine sgombrano il picchetto spostando di peso gli scioperanti per permettere il transito dei camion e non recare così ulteriore disturbo al puntuale funzionamento della macchina capitalistica. Il 7 giugno, un furgone di Mondo Convenienza guidato da un capetto della cooperativa si lancia contro il presidio, investendo un lavoratore che finisce in ospedale e causando diversi contusi. A seguito dell’episodio, le forze dell’ordine, in assetto antisommossa, eseguono un nuovo sgombero coatto. Il 17 giugno, 200 lavoratori della cooperativa manifestano contro i colleghi in sciopero con tanto di cartelli recanti la scritta «Fateci lavorare». Il 20 giugno si ripete l’episodio di 13 giorni prima: un altro furgone investe gli scioperanti. Un operaio cinquantenne rimane incastrato sotto il mezzo e i compagni di lotta che cercano di soccorrerlo vengono aggrediti a calci e pugni da altri personaggi legati alla cooperativa, che li minacciano altresì di morte.
In un quadro di avanzata putrescenza della società capitalistica, dove si premia la capacità di uno youtuber di raccogliere messe di visualizzazioni anche a costo di postare contenuti che contribuiscano al rimbecillimento generale, in cui l’unico metro utilizzato per fissare il confine tra il morale e l’amorale, l’accettabile e l’inaccettabile, è rappresentato dai guadagni ottenuti, non deve stupire se a un gruppo di proletari unitisi nella lotta per ristabilire l’autentico confine tra la dignità umana e il degrado imposto alla nostra classe dalle insindacabili esigenze di valorizzazione del capitale, sia riservato un trattamento simile. Il capitale risparmia sui salari e sulla salute dei lavoratori, ma non certo sulle botte, le sprangate e lo schieramento di eserciti di crumiri avvelenati dall’ideologia aziendalista, qualora un gruppo di sfruttati osi alzare la testa. Anche questa è la convenienza nel mondo capitalista.
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