LORO E NOI - 30/04/2023
 
Il Sudan è nell’oggi del mondo capitalistico

Il 15 aprile sono scoppiati combattimenti in Sudan tra le forze armate di due signori della guerra. Il quotidiano libanese L’Orient-Le Jour (Internazionale, 21/27 aprile) ha riportato il giudizio di un analista che ha voluto sintetizzare il sentire diffuso nel movimento popolare in passato represso da entrambi i comandanti militari: «Un conflitto tra due forze controrivoluzionarie, che lottano per controllare il saccheggio delle risorse dello stato e l’oppressione dei civili».
Non siamo inconsapevoli delle caratteristiche specifiche della situazione sudanese e al contempo conosciamo troppo poco il movimento espresso dalla società civile per avanzare ipotesi circa le sue potenzialità, i significati politici che può rivestire e i traguardi che può raggiungere. Né ci stupiremmo se al suo interno fossero presenti robuste contraddizioni di classe e illusioni democraticistiche.
Ma il giudizio ha una sua indubbia forza.
E, se aggiungiamo ad esso l’azione di potenze regionali e centrali imperialistiche ad alimentare lo scontro tra i signori della guerra locali, le divisioni etniche e tribali utilizzate ed esacerbate nel tempo dalle classi dirigenti sudanesi e dai loro padrini di altri Stati, gli interessi economici e politici internazionali che infettano ulteriormente la ferita e ne fanno a pieno titolo l’ennesimo prodotto di profonde dinamiche imperialistiche globali, allora diventa davvero chiaro come gli scontri sudanesi non siano relegabili nei particolari sviluppi di una realtà solamente periferica, unicamente peculiare, estranea alle logiche e agli interessi dei “salotti buoni” del capitalismo mondiale. È la natura stessa, il più intimo funzionamento dell’imperialismo quale stadio supremo del capitalismo a spargere incessantemente semi carichi di violenza lungo il Nilo, il Dnepr, nel Golfo Persico, nel Mar Cinese Meridionale e in molte altre aree del pianeta.
La violenza esplosa in Sudan non è la violenza di un altro mondo, distante e alieno, non toccato dalla moderna civiltà del capitalismo.
È la violenza dell’attuale mondo capitalistico, un mondo che – in assenza di un mutamento radicale, rivoluzionario, dei suoi fondamentali rapporti sociali – può conoscere solo una luce in fondo al tunnel delle proprie contraddizioni e crisi: quella delle esplosioni.