La nostra indignazione
Ennesima strage di migranti: «Circa 180 persone, fra cui molte donne e bambini, costretti a viaggiare “segregati nella stiva” di un vecchio caicco, autorizzati dagli scafisti a uscire solo per prendere aria. Fino al dramma del naufragio. È un racconto shock quello che traspare dai verbali dell’inchiesta sul naufragio del caicco di migranti che si è schiantato contro una secca a Steccato di Cutro, nel Crotonese provocando 64 vittime» (la Repubblica, versione online, del 28 febbraio).
Strage di lavoratori, perché questo erano, avevano solo la loro forza lavoro da vendere al capitalismo. Ma al capitalismo, al momento, non servivano. L’esercito di riserva abbonda, quindi possono anche scomparire. Uomini, donne e bambini.
Da questo punto di vista, l’attuale Governo italiano è in piena continuità con quelli passati, tutti i partiti dell’arco parlamentare sono ugualmente colpevoli.
Forse i ministri di adesso sono più sfacciati di altri, forse…
Su la Repubblica (versione online) del 28 febbraio Enrico Galiano, professore e scrittore, ha voluto esternare su Facebook il suo pensiero sui tragici eventi, rivolgendosi all’attuale ministro degli Interni: «Io glielo dirò (ai miei studenti), domani, cosa avete fatto […] voglio poter dire a mia figlia, quando sarà grande e vedrà cosa stava succedendo in questi giorni, in questi anni, quando mi chiederà dov’ero, voglio l’orgoglio di poterle rispondere, a testa alta: dall’altra parte».
Caro professore, capiamo bene la sua giusta rabbia e la sua umana indignazione. E ci permettiamo di dirle che anche noi siamo dall’altra parte, ma non dall’altra parte dello schieramento politico borghese, noi siamo dalla parte dei lavoratori che ogni giorno subiscono le contraddizioni di un modo di produzione disumano ormai fuori tempo massimo.
Ed è per questo che non spenderemo ipocrite lacrime per queste morti, non ci stracceremo le vesti per poi fra qualche giorno riprendere le nostre vite come se nulla fosse successo.
Non malediremo il destino, la povertà, questo o quel rappresentante politico.
Non pregheremo qualche divinità affinché questo scempio non debba più succedere, sperando nella divina provvidenza.
Noi onoreremo queste morti con il nostro lavoro politico, il nostro impegno militante, la nostra tenacia da rivoluzionari affinché questo ignobile sistema sociale, il capitalismo, che è la causa effettiva di questa indicibile tragedia, venga una volta per tutte distrutto e relegato nelle pagine di storia degli anni più bui dell’umanità.
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