Insorga, ministro del Merito!
In occasione della commemorazione della caduta del Muro di Berlino, il ministro dell’Istruzione e Merito Giuseppe Valditara ha ritenuto opportuno inviare alle scuole una lettera mettendo in guardia le «care ragazze e cari ragazzi» contro i residui pericoli del comunismo. Il senso della missiva era chiaro – ribadire ancora una volta, con particolare attenzione alle giovani coscienze in formazione, che il comunismo è un’utopia che ha avuto la sua occasione storica ed è fallita, che il capitalismo è, quindi, eterno, la forma naturale di esistenza dell’umanità, priva di alternative sociali – e gli argomenti a sostegno di questo dogma contemporaneo erano un triste condensato dell’armamentario ideologico che i poderosi apparati di tutela del verbo capitalistico spacciano senza soste su scala globale.
Ma il ministro, riaffermando la morte definitiva del pensiero, dell’ideale, della teoria comunista ha dovuto al contempo tenere alto l’allarme per questa minaccia, pur sempre viva. Torna utile, quindi, l’evocazione della sopravvivenza del nemico del bene nell’esistenza odierna della Repubblica Popolare Cinese (evocazione curiosamente scomparsa in una versione della lettera sul sito del ministero).
Certo, si potrebbe obiettare che un regime “comunista” che invia le forze antisommossa a proteggere a bastonate gli investimenti del grande capitale globalizzato contro le proteste degli operai, come è avvenuto recentemente allo stabilimento Foxconn di Zhengzhou, rappresenta un paradiso in terra per gli investitori del mondo “libero” strenuamente difeso dal ministro. Ma la missiva ministeriale evidentemente non ha potuto andare troppo per il sottile, doveva mirare al bersaglio grosso e pazienza per certe complessità del reale…
Suscita comunque una certa impressione constatare come, pochi giorni dopo l’invio della fiera lettera anticomunista, l’Esecutivo di cui è parte Valditara si sia impegnato urbi et orbi a rafforzare ulteriormente i rapporti economici con il gigante “comunista”. Il Messaggero (edizione online, 16 novembre) riporta che a margine del G20 a Bali la premier Meloni ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping (a capo di uno di quei «regimi tirannici spietati, capaci di raggiungere vette di violenza e brutalità fra le più alte che il genere umano sia riuscito a toccare», secondo la vibrante prosa valditariana). La presidente del Consiglio che incorpora il paladino dei valori liberaldemocratici ha implacabilmente rinfacciato al leader “comunista” la turpe storia e la truce attualità su cui fonda il suo potere? Ha dichiarato che la Repubblica Italiana, figlia dell’Occidente che ha ripudiato le sanguinarie illusioni comuniste, non sarà mai complice, in nessun modo, di chi si ostina a perpetuare questa offesa al genere umano? Macché!
«Un incontro, fa sapere Palazzo Chigi in una nota, “improntato alla cordialità”, nel quale “Meloni ha espresso l’interesse del Governo italiano a promuovere gli interessi economici reciproci, anche nell’ottica di un aumento delle esportazioni italiane in Cina”».
Ma come? Il Governo sovranista e patriota intende fare sempre più affari con il moloch “comunista”? L’Esecutivo della libertà occidentale che si fa garante delle esportazioni di merci, prodotte dalla libera imprenditoria italica, verso il Paese ancora dominato dalla tirannide totalitaria del comunismo realizzato (merci, mercato, profitti nella società comunista…)?
Evidentemente i patrioti al Governo sono diventati ignari, immemori del pericolo comunista. Urge l’intervento del ministro dell’Istruzione.
Non possiamo credere che la fiera lettera rivolta ai giovani perché non si facciano ingannare dalle lusinghe della perfida utopia sia stata solo un meschino espediente per ottenere visibilità e galloni da anticomunista a poco prezzo o una patetica mossa identitaria mentre il proprio Governo riprende tranquillamente il filo della continuità economica, sociale, di classe, di tutti i Governi precedenti.
Non possiamo pensare che il titolare del dicastero incaricato della formazione scolastica della gioventù assista, silente e inerte, a queste compromissioni e connivenze con il Male che ha insanguinato il Novecento.
Insorga, ministro del Merito!
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