Beata lei, anima dannata
Quando si tratta di richiedere sacrifici, soprattutto (se non solo) ai lavoratori, la borghesia è capace, con una faccia tosta oltre il vergognoso, di descrivere un mondo “tutto suo”.
Una terra del “Bengodi” fatta di spensieratezza e felicità in cui, fino a ieri, i sonnacchiosi ed indifferenti proletari hanno vissuto serenamente, godendo di ogni ben di Dio, probabilmente immeritatamente.
Quindi, caro lavoratore, adesso se ti tocca qualche sacrificio, non ti lamentare, fino a ieri ti abbiamo fatto vivere come un nababbo.
Non contano l’aumento della precarietà costante negli ultimi anni se non decenni, il contenimento salariale, le riforme, sempre peggiorative, delle pensioni.
Non conta se le contraddizioni di questo sistema sociale le ha pagate sempre la nostra classe sfruttata.
Per la borghesia il sudore ed il sangue versato per il capitalismo dal proletariato non bastano mai.
E così il rieletto presidente francese Macron, fedele alla linea, ha modo di affermare, secondo quanto riportato dall’HuffPost (online) il 24 agosto, che è al dunque: «Finita l’era dell’abbondanza e della spensieratezza». La guerra in Ucraina, il rincaro del prezzo dell’energia, la crisi ambientale sono tutte problematiche che richiedono enormi sacrifici per essere degnamente affrontate.
Una cosa è certa, non abbiamo dubbi su chi sia che tali sacrifici dovrà pagare. Almeno ci si risparmi il “beato lei, lavoratore, che fino a ieri ha goduto del paradiso”. Ma lo sappiamo, così come nell’inferno dantesco il supplizio delle anime dannate non conosce riposo, nella società dove vige lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo anche la presa in giro delle classi dominanti nei confronti delle classi subalterne non ha mai fine.
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