LORO E NOI - 19/08/2022
 
Reazionari

Per la senatrice Emma Bonino, leader di +Europa, i termini del confronto elettorale del 25 settembre sono abbastanza chiari: da una parte «i diritti e il progresso», la «società aperta», dall’altra la destra «reazionaria», che «guarda a Orban e strizza l’occhio a Putin» (la Repubblica, 15 agosto, nel titolo la posta in gioco è direttamente sintetizzata così: “Sui diritti sfida ai reazionari”).
Nella paginata che occupa la sua intervista, Emma Bonino ha modo di spaziare, da «liberale radicale» qual è, su un’ampia gamma di diritti da rivendicare, conquistare, tutelare. Colpisce però che non una (dicesi una) parola sia stata spesa per i diritti, le condizioni dei lavoratori. Non una parola sia stata spesa per i livelli salariali che in Italia costringono molti lavoratori e le loro famiglie ad una costante lotta per arrivare a fine mese. Non una parola è stata spesa per i dilaganti fenomeni di precarizzazione del mondo del lavoro in Italia (un autentico sterminio di diritti conquistati in passati cicli di mobilitazione e combattività collettiva dei proletari e delle loro organizzazioni). Non una parola è stata spesa per il diritto dei lavoratori, da tempo e regolarmente calpestato da ogni Governo di qualsiasi colore della tavolozza politica borghese, ad avere una condizione di vita decente dopo un’esistenza di fatiche e di energie spese sotto il dominio del capitale (evidentemente le varie “riforme” pensionistiche non hanno leso alcun diritto degno di essere tutelato). Non una parola sulle diffusissime pratiche padronali di risparmiare sulla sicurezza dei loro dipendenti a prezzo di drammatici numeri in termini di infortuni e morti sul lavoro (evidentemente il diritto alla vita e alla sicurezza si relativizza quando è in gioco il sacro diritto, il più sacro nella società capitalistica, alla valorizzazione di sua maestà il capitale). Sarà che quando si tratta di diritti che vanno difesi contro la borghesia, i partiti borghesi si fanno, in tema di difesa di diritti, d’un tratto più moderati, più sfumati, meno appassionati e intransigenti. Di sicuro è che, se osservata dall’angolo di visuale – per noi fondamentale e dirimente – dei rapporti e degli interessi di classe, la sfida elettorale del 25 settembre è solo ed esclusivamente tra schieramenti reazionari.