LORO E NOI - 30/06/2022
 

Il vero estremismo

Di recente sta girando un report tra i banchi di Montecitorio. Un documento che riporta, pare, le trasmissioni “pro-Putin” della televisione italiana, redatto dalla Federazione Italiana dei Diritti Umani e da Open Dialogue. Tra i disinformatori filo-russi compare anche il nome di Corrado Augias.
Ma come, una delle più note firme de la Repubblica, schierato dalla parte della cordata imperialista pro-Ucraina contro l’imperialismo russo, è finito tra i cattivi? E per quale motivo?
Pare che Augias, in un dibattito con Alessandro Barbero, abbia tentato di dare una spiegazione dell’invasione russa, contestualizzando le cause da un punto di vista storico e ideologico.
Augias si è difeso affermando: «È evidente che anche un tiranno come Putin avrà avuto bisogno di trovare ai suoi stessi occhi una qualche giustificazione all’aggressione e ai crimini che ne sono derivati. Questa giustificazione può averla trovata in un’idea che percorre la storia russa, attraversa i secoli dagli zar a Dostoevskij a lui stesso: l’idea di un impero che non è né Occidente né Oriente, quindi titolato a congiungere i due mondi in nome di una sua peculiare forza morale» (la Repubblica online del 30 giugno 2022).
E no, caro Augias, hai fatto un errore grossolano. Il tuo schieramento imperialista di riferimento, nella campagna ideologica in atto, al momento non può accettare giustificazioni. Forse domani, quando muteranno i rapporti tra le potenze e l’evoluzione della guerra porterà a nuovi risvolti, ci si potrà interrogare sui perché, ma per il momento la campagna di guerra necessita di azioni risolute senza se e senza ma. L’attacco all’Ucraina è un atto ingiustificato, inspiegabile, frutto della follia. E poi, se dovessimo andare veramente a fondo della questione, si vedrebbe come questa è una guerra imperialista, dove si stanno fronteggiando due schieramenti imperialisti sulla pelle del proletariato ucraino, russo e mondiale. Meglio quindi non indagare troppo sulle motivazioni della guerra. Per la borghesia, da una parte ci sono i buoni, dall'altra i cattivi, quindi seguire senza indugio, e soprattutto senza coscienza, le direttive del proprio schieramento.
Questo è il vero estremismo, che butta nel minestrone avversario anche i propri epigoni che, per vezzo intellettuale, tentano di dare una parvenza di spiegazione storica, ma ideologica, alla tenzone in corso.
Noi che abbiamo fatto la scelta di campo del proletariato mondiale contro la borghesia e l’imperialismo non siamo estremisti (siamo internazionalisti) e questa surreale vicenda ne è l’ennesima dimostrazione.