Chi è dunque il vero colpevole
Un’altra strage colpisce gli Stati Uniti, facendo ripiombare il Paese nell’incubo Columbine e Sandy Hook. Così vengono presentati, da svariati quotidiani nostrani e statunitensi, gli avvenimenti di Uvalde (Texas) dove hanno perso la vita 19 bambini e 2 adulti, in una scuola elementare, oltre all’autore della carneficina Salvador Ramos, 18 anni appena compiuti.
Subito la vicenda viene impugnata dalla politica americana per fini propagandistici.
I democratici si scagliano contro i repubblicani, rei di bloccare al Congresso un loro disegno di legge di riforma del commercio delle armi interno al Paese, mentre i repubblicani difendono a spada tratta il Secondo Emendamento della Costituzione che garantisce ad ogni cittadino il diritto di possedere armi. Ogni legge che limita tale diritto viene vista come una legge incostituzionale.
Per una parte politica la colpa quindi è della proliferazione delle armi, la cui causa risiede nella troppa facilità di acquisto. Per l’altra parte invece il problema risiede in fattori personali e psicologici deviati. L’assassino era chiaramente uno squilibrato mentale, anche con una legge più restrittiva sulla vendita delle armi comunque la sua pericolosità non sarebbe venuta meno. Quindi bisogna dare modo a chi deve difendere i cittadini di difendere meglio: più polizia, armare gli insegnanti ecc.
Ma davvero il problema è solo di regolamentazione di vendita di una merce?
Oppure, veramente è sempre solo un problema di devianza e malattia mentale del singolo che trasforma un appena diciottenne in un pericoloso omicida/suicida?
Su il Post (online) del 29 maggio veniamo a sapere che negli Stati Uniti è stato raggiunto il numero più alto di sempre di morti per overdose: «Secondo dati ufficiali, nel 2021 i morti per overdose negli Stati Uniti sono stati più di centomila: è il numero più alto di sempre, e in forte aumento rispetto al 2020. […] Sempre secondo il CDC, un americano su 14 soffre di qualche forma di dipendenza da sostanze legali o illegali. L’uso di droghe è aumentato durante gli anni della pandemia a causa dell’isolamento prolungato e di altri fattori, come la perdita del lavoro o la difficoltà a gestire i lutti. Questa contingenza ha ulteriormente aggravato un problema che già da qualche anno negli Stati Uniti aveva assunto proporzioni enormi, determinando persino una diminuzione dell’aspettativa di vita della popolazione».
La società statunitense, come altre, è afflitta da contraddizioni che vanno ben al di là di una legge sul commercio delle armi o di problemi mentali di un singolo individuo, contraddizioni che generano situazioni non gestibili. Isolamento, solitudine, incapacità di concepire un futuro, distruzione di legami e individui sempre più con vite parcellizzate, sono tutte ottime condizioni per la generazione e proliferazione di schegge impazzite di difficile gestione per una moderna società.
Quando alla prossima strage, ci si chiederà di chi è davvero la colpa, chi è dunque il vero colpevole, ci sono tutti gli strumenti per dare una degna risposta. Il vero problema per gli Stati Uniti non sono i vari Salvador Ramos o le leggi che possono più o meno armarli, il vero problema statunitense è la società capitalista e tutte le sue purulente contraddizioni.
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