LORO E NOI - 20/03/2022
 
Deus vult I

Chiamato ad esprimersi sul conflitto in Ucraina, il teologo Vito Mancuso ha voluto pubblicamente affrontare i «rischi della coscienza morale in azione» e ha sfornato un articolo dal titolo significativo: «Sono contrario alla guerra ma le armi vanno inviate» (La Stampa, 6 marzo).
Ci si potrebbe fermare a questa strana contrarietà alla guerra che prevede però il sostegno alla guerra combattuta da altri. Ma il pezzo del teologo in realtà contiene passaggi che meritano una più articolata disanima.
Si contempla la possibilità storica di guerre per l’affermazione di valori e condizioni che hanno segnato passi avanti nel procedere dell’umanità, e non saremo certo noi marxisti a negarlo. Si vola alto e, tra citazioni di Hegel e Tommaso d’Aquino, affiora la fatidica domanda: la guerra in Ucraina può essere considerata giusta? La risposta è senza tentennamenti: da parte ucraina sì.
Purtroppo senza tentennamenti è anche il ricorso alle argomentazioni finali che farebbero di questa risposta un dato incontrovertibile.
La prima è racchiusa nell’immagine gandhiana del pazzo omicida armato di spada il cui uccisore «otterrà la gratitudine della comunità e sarà considerato un uomo caritatevole».
Sancta simplictas! Verrebbe da commentare.
Eppure eravamo abituati a considerare la teologia un campo a noi estraneo, spesso avverso nelle sua oggettiva funzione storica, ma capace di formare intelletti sottili e avvezzi a misurarsi con le complessità del mondo.
Adesso scopriamo che basta la scenetta del pazzoide armato di spada ad orientare una scelta politica di fronte al conflitto ucraino, del tutto prodotto e assorbito dalle logiche dell’imperialismo.
Come se l’intervento russo fosse dettato da squilibri mentali e non interno alle dinamiche dell’imperialismo, di un sistema globale che abbonda di soggetti ferocemente armati. Solo a Mosca albergano i pazzi armati di spada, da fermare con un meritevole atto di forza? Eppure è tutto il mondo irto di spade e c’è chi le fabbrica e le vende in massa (gli Stati Uniti sono il primo Paese al mondo per export di armi, seguiti dalla Russia). Il presunto folle omicida di oggi indosserà domani i panni del savio giustiziere e viceversa (basti pensare alle guerre balcaniche, in Iraq, in Afghanistan, alle varie esportazioni della democrazia, alle fiale di armi chimiche fasulle, ai silenzi sulla guerra in Yemen e sulle forniture di armi ai contendenti etc.).
È un pazzo omicida da sopprimere chi impugna la spada e chi gliel’ha venduta, cos’è?
Erano e sono popolati di pazzi i vertici dei vari imperialismi che hanno armato e armano regimi sanguinari in tutto il mondo, che ne hanno avallato le guerre e i massacri, se funzionali ai propri interessi?
A fronte della sistematica violenza dell’imperialismo, della spartizione dei mercati e del mondo tra imperialismi, proporre l’immagine del singolo mattoide armato da sopprimere per il bene della «comunità» sana e minacciata, è peggio di una stupidaggine. È una copertura “morale” del sostegno ad una delle parti impegnate nel confronto imperialistico.
Ma il teologo non si è fermato a questa argomentazione. Di fronte all’obiezione di stampo pragmatico secondo cui inviare armi all’Ucraina sarebbe inutile o persino controproducente nell’ottica del contenimento della violenza bellica, visti i rapporti di forza sul terreno, salta fuori un’altra vivace allegoria: se un bambino viene malmenato da un «energumeno impazzito» (sempre la follia di mezzo), non ci si può astenere dall’intervenire con il pretesto che l’energumeno si arrabbierebbe ancora di più.
Se indubbiamente i gerarchi dell’imperialismo russo hanno i tratti dell’energumeno, chi è il bambino innocente e aggredito? La borghesia ucraina, che ha fatto patriotticamente montagne di soldi mentre i lavoratori del proprio Paese sprofondavano nella miseria, mentre intere famiglie ucraine della classe subalterna venivano smembrate dall’esigenza di guadagnarsi il pane nell’emigrazione in tutta Europa? Gli oligarchi ucraini che hanno sfruttato il proletariato del proprio Paese e che oggi lo mandano al macello dopo aver rilasciato fiere interviste in mimetica alle televisioni internazionali? Sono poveri fanciulli aggrediti i Paesi imperialisti che stanno dietro le mosse della borghesia ucraina, che l’hanno manovrata nel confronto a distanza con altri predoni imperialisti?
Le uniche vere vittime, gli unici aggrediti dalla cui parte ci si deve schierare contro tutti gli energumeni del capitale sono i proletari ucraini, costretti in prima linea nel confronto imperialistico in cui l’Ucraina è fagocitata, sono i proletari russi costretti ad indossare la divisa di uno Stato che non cessa di ambire al ruolo di “prigione dei popoli”, sono i proletari di tutti i Paesi su cui si abbatteranno puntualmente i costi della guerra. Ma questa semplice, forte verità è accessibile solo gettando nel macero le stupide, volgarmente superficiali, immaginette di pazzi armati di spada, di energumeni folli, e affrontando la realtà dell’intrinseca, organica violenza del capitalismo e della sua divisione in classi. La guerra giusta esiste ed è la guerra di classe contro il capitale e tutte le sue guerre,scatenate in perfetta linea con la sua logica e la sua disumana razionalità.