LORO E NOI - 18/03/2022
 

La situazione non è complessa


Sempre più spesso in questi giorni capita di leggere le opinioni di qualche parolaio al soldo della borghesia che spreca inchiostro a sostegno dell’“intervento” occidentale in Ucraina.

Nell'esercizio di questa loro funzione, gli ideologi di interessi imperialistici che si ammantano dei vantati valori occidentali, da indossare e svestire a seconda della bisogna, non si limitano a deprecare le argomentazioni a sostegno delle mosse dell'opposto imperialismo russo, ma arrivano a banalizzare anche le argomentazioni di quanti, pur non leggendo da un’ottica internazionalista il conflitto, si limitano ad indovinare una complessità troppo spesso trascurata dalla campagna propagandistica filo-ucraina messa in piedi dall’imperialismo nostrano. Preoccupati di tacitare ogni voce che non si unisca al coro doverosamente unanime a sostegno di una parte di questo conflitto, orchestrato e diretto, su ogni fronte, da borghesie, questi impavidi paladini della “causa ucraina” gridano che la questione non è complessa, che il tentativo di complessificare una situazione chiaramente descritta dalla logica invasore-invaso non può che portare, consciamente o meno, allo schierarsi con Putin, il villain combattuto dagli Avengers occidentali. In tempo di pace si atteggiano a pensosi cultori del dubbio, cantano le virtù della democrazia quale giardino delle delizie del pensiero critico e del dissenso, quando i loro padroni chiamano alla guerra indossano prontamente la divisa del gerarca dell'informazione, del manganellatore a mezzo stampa. Pur riconoscendo quelli che definiscono i “limiti della democrazia”, questi signori oggi preferiscono il primato dell’etica, della scelta emotiva, dello schierarsi dalla “parte giusta”, democraticamente indiscutibile. L’indottrinamento ideologico è un affare da dittature per costoro, è regolarmente confinato solo nel campo avverso, l'autoassoluzione è sempre dietro l'angolo.

Inutile soffermarsi troppo sulla carica anti-razionalistica insita in certe riflessioni. Gli ideologi della borghesia possono farlo, e non pagheranno mai nessun dazio per averlo fatto.

Ciò che possiamo e dobbiamo fare in quanto rivoluzionari internazionalisti è rispondere che per una volta, almeno su un punto, siamo d’accordo con loro: la questione non è complessa.

Non è complessa da individuare la matrice comune agli interessi contrastanti della borghesia russa e di quelle occidentali.

Non è complesso comprendere le ragioni dell’internazionalismo di fronte ad un conflitto dai connotati chiaramente imperialistici.

Non è complesso schierarsi dalla parte del proletariato russo, ucraino e mondiale contro le borghesie russe, ucraine e mondiali.

Non è complesso capire che solo la rivoluzione comunista potrà annichilire gli interessi capitalistici che ancora nel 2022 continuano a trascinare l’umanità nel baratro della guerra.