Vergogna europea
Si può essere imbelli e spietati. Apatici e crudeli. Amorfi e prevaricatori.
Come era prevedibile, data quella che è oggi la loro reale natura, non costituendo un’entità statuale che è subentrata alle prerogative sovrane degli Stati nazionali europei, le istituzioni dell’Unione europea sono state confinate clamorosamente ai margini quando, alla vigilia del conflitto in Ucraina, le trattative diplomatiche con la Russia erano effettivamente in corso.
Era il momento dei veri Stati, dei poteri politici che detengono il compito e gli strumenti per difendere gli interessi strategici delle borghesie organizzate su base nazionale. E così sono sfilati sullo scenario internazionale dei negoziati che avrebbero dovuto scongiurare la guerra, presidenti francesi, cancellieri tedeschi, premier e ministri degli Esteri di mezza Europa.
Poi, quando la trattativa è finita e la guerra è scoppiata, sono puntualmente riemersi dall’ombra i vertici delle istituzioni comuni europee, lanciando fieri proclami a proposito di situazioni e sviluppi su cui non hanno minimamente inciso e dando solennemente voce a decisioni non da loro stabilite.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha illustrato le sanzioni adottate contro la Russia: «Queste sanzioni aumenteranno gli oneri finanziari della Russia, aumenteranno l’inflazione ed eroderanno gradualmente la base industriale russa» (Il Sole 24 Ore edizione online, 24 febbraio).
Saranno gli oligarchi russi che sostengono i vertici del Cremlino a soffrire sulla loro pelle l’aumento del costo della vita?
Saranno i miliardari, i capitalisti che sorreggono il potere di Putin a pagare il costo più diretto e doloroso dell’erosione della base industriale russa?
È evidente che queste sanzioni graveranno sui lavoratori russi, sul proletariato russo che, insieme al proletariato ucraino, è la principale vittima della guerra imperialista in corso.
I vertici dell’Unione europea, i burocrati e i rappresentanti della tanto decantata costruzione comunitaria, sedicente faro di civiltà nel mondo, lo hanno dimostrato ancora una volta: le istituzioni borghesi possono essere irrilevanti, inconsistenti fino al ridicolo, parassitarie fino al midollo, ma rimangono inevitabilmente borghesi, coerentemente, ferocemente borghesi.
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