LORO E NOI - 26/12/2021
 
La fine infinita della lotta di classe

Nella presente questione, lo scandalo maggiore è questo: supporre una classe sociale nemica naturalmente dell'altra; quasi che la natura abbia fatto i ricchi e i proletari per battagliare tra loro un duello implacabile; cosa tanto contraria alla ragione e alla verità. In vece è verissimo che, come nel corpo umano le varie membra si accordano insieme e formano quell'armonico temperamento che si chiama simmetria, così la natura volle che nel civile consorzio armonizzassero tra loro quelle due classi, e ne risultasse l'equilibrio. L'una ha bisogno assoluto dell'altra: né il capitale può stare senza il lavoro, né il lavoro senza il capitale. La concordia fa la bellezza e l'ordine delle cose, mentre un perpetuo conflitto non può dare che confusione e barbarie. Ora, a comporre il dissidio, anzi a svellerne le stesse radici, il cristianesimo ha una ricchezza di forza meravigliosa.
Leone XIII, enciclica “Rerum Novarum”, 1891.

Chi dice lavoro, dice borghesia produttiva e classi lavoratrici della città e dei campi. Non privilegi alla prima, non privilegi alle ultime, ma tutela di tutti gli interessi che si armonizzano con quelli della produzione e della nazione. Benito Mussolini, primo discorso alla Camera dei deputati da Presidente del Consiglio dei ministri, 16 novembre 1922.

«Onore a voi» disse Hitler. «Assicuro il rispetto per chi lavora e la celebrazione di questa festa nei secoli!». Si rivolgeva a tutti «i lavoratori del braccio e della mente» cui annunciava il superamento della lotta di classe. Antonio Spinosa, “Hitler. Il figlio della Germania”.

Il XXII Congresso del PCUS, nel 1961, dichiarando terminata la fase storica della dittatura del proletariato con il superamento della lotta di classe in seno alla società sovietica, enuncia l'inizio di una nuova epoca nella trasformazione della società, quella dello Stato e del diritto di tutto il popolo.
Giovanni Codevilla, “Dalla rivoluzione bolscevica alla Federazione Russa”.

La lotta di classe è certamente un'idea essenziale...essenziale per i libri di storia.
Christine Lagarde, attuale presidente della Banca Centrale Europea, intervenendo nel 2007 all'Assemblea Nazionale come ministro dell'Economia francese.

Con la globalizzazione è finito il conflitto tra capitale e lavoro.
Giulio Tremonti, allora ministro dell'Economia, ospite della festa nazionale della Cisl, parlando in sostegno del piano Fiat per Pomigliano, giugno 2010.

La battaglia fra padroni e servi, è una battaglia fordista del '900, il mondo del lavoro si è trasformato.
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, La Stampa, 12 dicembre 2021.

Non c'è che dire, il leader degli industriali italiani è in buona compagnia nel riaffermare la secolare sentenza che la lotta di classe (intesa ovviamente come lotta degli sfruttati, dei proletari, della classe subordinata) è superata, è finita, non ha più senso. A voler ravvisare un qualche suo specifico apporto all'eterna riproposizione dell'ideologia della fine della lotta di classe (strumento funzionale all'esercizio della lotta di classe da parte della classe dominante), si può rilevare una sciatteria terminologica che almeno i suoi illustri predecessori non mostravano.
I proletari rischiano in realtà di diventare «servi» soprattutto se prendono per buone le menzogne, le spudorate falsità, le solenni imposture dei padroni e del mondo politico a loro (in genere lautamente) asservito.
Quello che comunque si può constatare è quanto sia cocciuta e impertinente la lotta di classe. È praticamente da quando il capitalismo si è affermato come modo di produzione che papi, uomini della provvidenza, gerarchi di veri fascismi e falsi socialismi, ottimati liberali, capi confindustriali e orde di cantori della legge di natura incarnata nel capitale si sgolano e imbrattano carte.
Ma niente, non si lascia convincere a non esistere.