Omaggio a Darwin
Il 24 novembre del 1859 veniva pubblicato uno dei grandi capolavori della scienza moderna,
L'origine della specie di Charles Darwin. L'opera che ha radicalmente cambiato la nostra visione sulla natura e sulla vita, che ha affermato la non immutabilità delle specie animali, che ha magistralmente spiegato come in natura ogni individuo tenda a competere con gli altri per l'approvvigionamento di risorse in una lotta che, con il passare del tempo, vede le popolazioni meglio adattate all'ambiente primeggiare sulle altre grazie al cambiamento di alcuni caratteri trasmessi alle generazioni successive. Nonostante la sua comprovata scientificità ancora oggi la teoria di Darwin è, da più parti, contrastata. Telmo Pievani ricorda, su
Focus (edizione online,
17 novembre 2021, «
Charles Darwin: una rivoluzione in punta di piedi») come le posizioni dei creazionisti hanno nel tempo assunto varie sfumature, virando per esempio verso il "creazionismo
scientifico" o "disegno intelligente", visione che accetta in apparenza l'evoluzionismo, ma che non considera la casualità il motore dell'evoluzione, chiamando di nuovo in causa una finalità divina.
A disorientare coloro che non accettano la spiegazione materialistica di Darwin è soprattutto la mancanza di determinismo: l'esito evolutivo non è considerato un risultato inevitabile o necessario ma probabilistico.
L'evoluzione avrebbe potuto prendere vie diverse, anche la presenza umana sul pianeta non è il risultato di un processo inevitabile, voluto, previsto o necessario.
L'uomo è, come tutte le altre specie viventi, figlio della contingenza, figlio di un processo non meccanicistico privo di qualsiasi finalità o direzione in cui la casualità gioca un ruolo fondamentale nel determinare il mutamento degli esseri viventi.
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Per la scienza non c'è via maestra, e hanno probabilità di arrivare alle sue cime luminose soltanto coloro che non temono di stancarsi a salire i suoi ripidi sentieri».