LORO E NOI - 13/10/2021
 
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«Luana D'Orazio, morta per aumentare la produzione dell'8%: chiuse le indagini».
L’edizione fiorentina de la Repubblica (edizione online, 6 ottobre) riassume così nel titolo le conclusioni degli inquirenti circa le cause dell’incidente sul lavoro che a maggio è costato la vita alla giovane operaia impiegata in un’azienda tessile della provincia di Prato.
Il macchinario doveva andare più veloce, anche a costo di intaccare le condizioni di sicurezza della forza-lavoro. C’è poco da aggiungere, al termine di indagini condotte da una giustizia che non può andare al cuore dell’ingiustizia di un intero modo di produzione.
Solo non si provi a rifilarci la disgustosa pappetta della favola dell’imprenditore buono ma costretto a risparmiare sulle misure di sicurezza da una concorrenza spietata e sleale o dell’imprenditore cattivo, mela marcia in mezzo al profumato cesto dei padroni virtuosi.
Questo è il capitalismo, le sue leggi, la sua logica, le sue priorità e il valore che attribuisce alla carne proletaria.