LORO E NOI - 28/07/2021
 
Invisibilità

«Il nostro obiettivo è distruggere 130mila oggetti ogni settimana».
Così ha dichiarato un lavoratore (protetto dall’anonimato) di un magazzino Amazon nell’Est della Scozia intervistato in un’inchiesta di un canale britannico (Internazionale, 2/8 luglio). La distruzione riguarda i prodotti restituiti spesso in buone condizioni o addirittura nuovi e di buona qualità. Il lavoratore ha fornito un sommario elenco di questi prodotti destinati alla discarica: ventilatori Dyson, aspirapolveri, qualche computer MacBook o iPad. «L’altro giorno abbiamo fatto sparire ventimila mascherine ancora dentro le confezioni. Non ha senso».
Hai perfettamente ragione, caro lavoratore anonimo, non ha senso, non avrebbe senso in una società in cui la produzione fosse organizzata e rivolta davvero al benessere, alla salute, alla vita del genere umano.
Ma la merce non ha questo significato, questa funzione storica. Il capitalismo ha come fine il profitto, non un utilizzo e una distribuzione di risorse e prodotti secondo criteri che siano razionali in relazione ai bisogni della specie umana.
Legioni di apologeti del capitalismo continuano imperterriti a sproloquiare, involgarendo la stessa elaborazione degli economisti classici, su come il modo di produzione capitalistico abbia l’infallibile virtù di coniugare interesse privato e benessere collettivo, di produrre ricadute benefiche per tutte le classi sociali (ammesso e non concesso che ormai non si ritraggano scandalizzati di fronte alla semplice evocazione del concetto di classe).
Eppure, nella realtà capitalismo significa che, per ragioni (capitalisticamente sacrosante) come i costi di stoccaggio, ventilatori efficienti possono finire al macero mentre innumerevoli soggetti fragili e spesso anziani devono affrontare inermi pericolose impennate di temperatura solo perché non hanno le risorse economiche sufficienti per diventare mercato. Significa che computer funzionanti possono essere distrutti mentre si contano i danni inferti al sistema scolastico, e soprattutto al percorso formativo degli alunni delle famiglie povere e prive di adeguati dispositivi, con la modalità di istruzione a distanza. Capitalismo significa che i marchi di abbigliamento distruggono milioni di capi invenduti ogni anno per mantenere alti i prezzi di quelli in commercio.
Significa che migliaia e migliaia di mascherine ancora confezionate vengono buttate via mentre intere popolazioni sono esposte senza protezioni adeguate all’epidemia.
Ci sono milioni di esseri umani, nel capitalismo, la cui morte, la cui sofferenza è a conti fatti un’opzione più conveniente di un’azione, già tecnicamente possibile, a loro vantaggio, per la loro salvezza.
Sono le vittime invisibili, che muoiono e soffrono nell’indifferenza di una società che celebra ancora la mano invisibile del mercato.