LORO E NOI - 31/01/2021
 
Mai la merce curerà l'uomo, seconda (e non ultima) parte

Più volte abbiamo avuto modo di affermare di come il capitalismo, con tutte le sue contraddizioni, sia un sistema che, fronte all’attuale pandemia, ha dimostrato tutta la sua fragilità.
Non è stato in grado di gestire il contenimento del COVID-19 e anche la fase di vaccinazione di massa si dimostra sin dagli inizi assolutamente problematica. Gli attuali sviluppi non smentiscono tali affermazioni, anzi, le confermano e confermano anche l’affermazione di Lenin secondo cui gli imperialismi altro non sono che un gruppo di predoni. E quando i predoni si siedono ad un tavolo per discutere, ciò che conta è il tornaconto personale, sono i propri interessi, non certo gli interessi dell’umanità.
la Repubblica del 27 gennaio riporta lo scontro in atto tra la società AstraZeneca, produttrice di un vaccino che dovrebbe sostenere le campagne vaccinali dei vari Paesi europei, e la Commissione europea. L’oggetto del contendere è la diminuzione del numero di dosi che tale società dovrebbe produrre per l’Europa, rispetto a quanto originariamente pattuito. La Commissione reclama a sé, quindi come compensazione, le dosi che spetterebbero al Regno Unito. Tra l’altro quando gli inglesi hanno stipulato il contratto con l’azienda farmaceutica erano ancora nell’Unione Europea. Ma secondo l’AD di AstraZeneca, il Regno Unito avrebbe siglato tale accordo prima di quello siglato con la Commissione europea, quindi le dosi per gli inglesi non si discutono. La società farmaceutica si dice spiacente, ma non potrà soddisfare i quantitativi richiesti dagli europei. La commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, avrebbe affermato che questa situazione è inaccettabile, il Regno Unito non può venire prima dei Paesi europei: «Mica siamo dal macellaio, servo chi viene prima»… No, non è il macellaio, bensì il capitalismo e le sue logiche “di bottega” che, quando si tratta di compravendita delle merci, sono all’incirca le stesse. Anche Pier Ferdinando Casini, intervistato a SkyTg24, alla domanda sulla situazione dei vaccini a livello mondiale ha avuto modo di affermare come «non siamo ad un pranzo di gala», ogni Paese pensa per sé.
Eccoli qui, i predoni seduti al tavolo delle trattative, ognuno pensa per sé, in barba ai morti dei rispettivi Paesi, pronti ad onorare il tornaconto personale ed il profitto.
Abbiamo forse bisogno di altre parti della sceneggiata per confermare che mai la merce curerà l’uomo? Non lo crediamo, ma siamo sicuri che la sceneggiata non è, purtroppo, di certo finita.