LORO E NOI - 25/10/2020
 
Moderne strategie sindacali

L’Ansa del 17 ottobre, nel descrivere le fasi dello «scontro» che sarebbe in atto tra sindacati confederali, Confindustria e Governo sulla proroga del blocco emergenziale dei licenziamenti, riporta: «I metalmeccanici, dice la Uilm, sono pronti anche a "sacrificare gli aumenti salariali" nel rinnovo del contratto "a una condizione: nessun licenziamento nei prossimi tre anni"».
Questa dichiarazione in cui la Uil metalmeccanici si dice pronta a calarsi le braghe sugli aumenti salariali tanto osteggiati da Confindustria in sede di rinnovo del Ccnl in cambio della proroga da parte del Governo del blocco dei licenziamenti, è stata riportata dall’Ansa dopo queste altre dichiarazioni, dai toni ben più battaglieri, del leader della Uil Bombardieri: «"Se qualcuno vuole infiammare il Paese ci sta riuscendo", dice il segretario generale Uil Bombardieri. Per Bombardieri "la politica e il Governo devono rispondere a questa domanda: 'volete accendere uno scontro sociale nel Paese?'". "Mi permetterei di consigliare a Patuanelli di riflettere a lungo prima di rispondere sul blocco dei licenziamenti, sul fatto che centinaia di migliaia di persone, le più deboli, rischiano di rimanere per strada"».
In realtà si tratta di un’illusione ottica, perché Bombardieri non sta ponendo in guardia il Governo sull’intenzione del sindacato di voler rompere la pace sociale in caso di mancata proroga. Ma piuttosto sta avvertendo l’Esecutivo sul fatto che “il Paese” rischia di infiammarsi da solo, e il sindacato in questione, ben lungi dal considerare ciò una occasione di rilancio delle lotte dei lavoratori per tentare di ottenere sia la proroga del blocco che gli aumenti salariali, sta suggerendo al Governo la soluzione acchè ciò non accada: prolungare il blocco dei licenziamenti (dalla cui definizione ovviamente sono esclusi i tempi determinati con contratto in scadenza), anche a costo di rinunciare agli aumenti salariali.
In altre parole, se in tempi ormai lontani la strategia sindacale era quella di ingaggiare il conflitto col padronato e con le sue sovrastrutture per ottenere migliori condizioni di lavoro, oggi, per i sindacati maggiormente rappresentativi la logica si è completamente ribaltata: si rinuncia sempre di più alle migliori condizioni di lavoro, pur di evitare il conflitto.