LORO E NOI - 08/04/2020
 
Una classe politica avversa al mercato

L’editoriale del Corriere della Sera del 3 aprile a firma di Angelo Panebianco auspica l’inizio di una nuova fase di gestione dell’emergenza coronavirus, una nuova fase che dovrebbe includere, negli ambiti decisionali, professionalità e competenze diverse da affiancare a medici, virologi e dirigenti sanitari.
Il rischio segnalato è che gli esperti in ambito epidemiologico possano sostituirsi ai politici, decidere anziché limitarsi a consigliare, credere che la competenza medica sia, al momento, l’unica alla quale ci si debba affidare. «Ma ora che forse il picco della pandemia è stato raggiunto o sta per essere raggiunto, ora che si comincia a sperare in un ritorno a condizioni più vivibili entro qualche settimana, è forse giunta l’ora di mettere in gioco anche altre competenze», includere rappresentanti ed esperti indicati dalle principali categorie produttive, economisti, specialisti dell’amministrazione pubblica e costituzionalisti, per porre le basi per fronteggiare il crollo della produzione in atto e per rilanciare in breve tempo l’economia, «perché anche le malattie causate dall’indigenza sono in grado di uccidere le persone».
«Ora il problema è che – scrive l’editorialista del Corriere – la classe politica italiana, in una sua grande parte, non è solo (come ha il diritto di essere) ignorante in materia di epidemie e dei modi per arginarne gli effetti. Spesso ignora anche (qui, invece, non ci sono scusanti) come funzioni un’economia di mercato, che cosa sia davvero un sistema produttivo. In Italia tanti di coloro che fanno parte della classe politica sono stati indottrinati contro il mercato fin da quando andavano a scuola».
Secondo Panebianco, buona parte della classe politica italiana sarebbe stata indottrinata contro il mercato. Sappiamo che non è vero, che la classe politica borghese italiana, con accenni e sfumature diverse, è il prodotto di una società che ha sviluppato una visione apologetica e acritica del mercato, delle sue leggi di funzionamento, delle sue contraddizioni. Si tratta di una classe politica che, orfana dei grandi partiti di massa della Prima Repubblica e cresciuta in decenni di anti-politica imperante, appare meno preparata rispetto al passato, spesso inadeguata a rappresentare gli interessi di un imperialismo in fase decadente. Una classe politica che, immersa totalmente nel presente, ha separato storicità e politica, ha eternizzato e naturalizzato il capitalismo che invece di essere considerato, come realmente è, un sistema storico-sociale, viene ideologicamente ritenuto immodificabile e espressione diretta della natura umana.
Una classe politica incapace di concepire quindi, anche nelle sue correnti più riformiste, una società diversa, incapace di pensare a un mondo non dominato dal mercato.
Nelle prossime settimane si confronteranno proposte economiche diverse ma unite nella loro caratterizzazione di classe: proposte di matrice parassitaria e piccolo-borghese.
Proposte che rischiano di aggravare ancora di più le condizioni dei salariati nel solco della continuità capitalistica e della totale difesa del mercato e delle sue logiche di sfruttamento.