LORO E NOI - 21/01/2020
 
Si fa ma non si dice, la lotta di classe della borghesia

I lavoratori in sciopero in Francia contro la progettata rapina governativa sulle pensioni (lo schema “redistributivo” a favore delle varie componenti della borghesia ricorda da vicino l’esperienza del capitalismo italiano, noblesse oblige) devono sorbirsi anche le miserrime prediche sulla moderna inutilità dello sciopero. Il tiro al bersaglio contro la pervicace sopravvivenza di questa forma di lotta dei lavoratori oggi assume i tratti della condanna di quello che sarebbe un assurdo rituale, se non addirittura un sussulto egoistico, di fronte alla dura imparzialità sociale delle tendenze demografiche, che starebbero dettando ai poteri della borghesia francese un provvedimento risanatore incontaminato da logiche di classe. Nulla di nuovo, la borghesia ha sempre un motivo, un’argomentazione buona per decretare l’inattualità della lotta della classe che sfrutta.
I compagni di lavoro dell’operaio morto nel cantiere sotterraneo della nuova linea metropolitana milanese, di fronte alla gravità estrema dell’avvenimento, evidentemente ignari degli sviluppi del dibattito sulla fine del significato storico dello sciopero, hanno deciso di ricorrere a questa forma di lotta e di rivendicazione: «Se non scioperiamo neanche di fronte alla morte di un nostro collega di 42 anni per quali altri motivi dovremmo fermarci?» (Il Giorno, 16 gennaio).
I lavoratori in sciopero in Francia non hanno abboccato alla sceneggiata sulla folle scelta di scioperare contro la demografia. I lavoratori in sciopero a Milano sanno benissimo di non aver proclamato uno sciopero surreale contro la fatalità, contro l’imponderabile, contro il destino che incombe su ogni esistenza umana. E infatti i lavoratori in assemblea hanno parlato di «scarsi controlli», di ritmi di lavoro «troppo intensi», di allarmi sulla sicurezza rimasti inascoltati.
Fin da quando si è affacciata storicamente la capacità di resistenza e di organizzazione della classe operaia, la borghesia si è affannata a decretare la fine o l’illegittimità della lotta di classe. Ciò però non le ha impedito di condurre strenuamente la propria lotta di classe. Questo vale anche oggi. Cercare di accorpare i fondi pensioni delle varie categorie di lavoratori per poi avere mano libera in un’operazione di spartizione interna alla borghesia è lotta di classe. Ma se i lavoratori scioperano si grida allo scandalo per il ricorso all’antiquato rituale. Imporre ritmi di lavoro che mettono a rischio la salute e l’incolumità degli operai è lotta di classe. È lotta di classe risparmiare sulla sicurezza, anteporre il profitto alla vita dei lavoratori. Quando la borghesia e i suoi cantori proclamano la fine della lotta di classe non è della loro che stanno parlando.