LORO E NOI - 23/10/2019
 
La svolta

Uno dei più stretti collaboratori del sindaco di Halle, città tedesca balzata agli orrori delle cronache per un attacco antisemita e xenofobo condotto da un killer razzista, ha cercato, mantenendo l’anonimato, di ricostruire il clima sociale e il contesto storico in cui possono prendere forma simili aggressioni (la Provincia Pavese, 11 ottobre). «Questo è uno dei posti più fragili della Bassa Sassonia». Qui la Wende (la “Svolta”, ad indicare l’insieme del processo di riunificazione della Germania) «ha colpito duro molte famiglie». Le sicurezze sono saltate, si è diffuso lo smarrimento sociale con l’angosciante paradosso di aver raggiunto «tanta libertà senza sapere bene cosa farne». Sulla popolazione di questa parte della Germania, chiosa l’inviata del giornale che riporta le parole di “Herr B.”, grava «un passato pesante, prima nazista e poi comunista».
Il vortice delle ideologie gira a vuoto. Dalle macerie delle illusioni della fine della Storia, dai logori rimasugli dei trionfi della formula che si voleva definitiva – un mondo infine pacificato nel segno del mercato, della democrazia liberale e di crescenti consumi – si riaffacciano incubi troppo frettolosamente dati per archiviati.
A chi dare la colpa? Ad un passato mai veramente affrontato e superato? Alle sempiterne tossine del nazismo e del sedicente comunismo della DDR? O addirittura alla tragica vertigine di una eccessiva libertà (amarissima conclusione di una narrazione che aveva conosciuto i baccanali di retorica sulla fine dei Muri)? Il fatto è che a tutto si può credere e nulla si può capire se non si coglie la continuità capitalistica, mai venuta meno in tutto il travagliato percorso storico che si evoca come premessa alle contraddizioni della società odierna. Logiche, dinamiche e interessi capitalistici hanno reso possibile e alimentato la sanguinaria parabola nazista, hanno sorretto il falso socialismo della Germania orientale, hanno sospinto la riunificazione dell’imperialismo tedesco.
Svolte prodottesi nel perdurante segno del modo di produzione capitalistico e della sua divisione in classi.
Nessuna sorpresa, quindi, se queste svolte hanno riservato i loro frutti più amari, le delusioni più crudeli, gli inganni più feroci alla classe operaia, ai proletari. I mostri cambiano forma e pelle ma il ventre che li partorisce è sempre quello del capitale. La svolta, quella svolta che relegherà davvero nel museo degli orrori del passato la dominazione e la subordinazione di classe, la mercificazione dell’uomo, gli odi di nazione e i deliri razziali, la vergogna dello sfruttamento e dell’emarginazione sociale, sarà possibile solo con la lotta rivoluzionaria contro le basi stesse della società capitalistica.