Cinismo bipartisan
Secondo quanto riportato dall’edizione online di Internazionale (26 luglio) sono almeno cento le persone morte in quello che l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati considera il più tragico naufragio del 2019, avvenuto alla fine del mese al largo di Al Khoms, città a 120 chilometri a est di Tripoli. «Le morti continuano ad aumentare, il tasso di mortalità non può che salire. Non ci sono sistemi di salvataggio nel Mediterraneo e continuano le partenze a riprova che il pull factor, il fattore di attrazione da parte delle ong non esiste», afferma la portavoce dell’Alto commissariato per i rifugiati Carlotta Sami. Le condizioni meteo sono buone e questo incoraggia le partenze: «Questo è sempre un periodo in cui ci sono picchi di partenze, in Libia ci sono molti scontri a fuoco. Stiamo registrando delle partenze multiple, un fenomeno a cui avevamo assistito anche in passato. I trafficanti mettono in mare diverse imbarcazioni». Le
persone soccorse vengono riportate in Libia. Il 24 luglio scorso 38 persone sono state riportate nel centro di detenzione di Tajoura, bombardato il 3 luglio dalle forze aeree del generale Khalifa Haftar. Nel bombardamento sono morte più di cinquanta profughi e i feriti sono stati 130. Secondo i dati raccolti dall’Ispi, nell’ultimo anno il tasso di mortalità lungo la rotta del Mediterraneo centrale è triplicato: il rischio di morire lungo la traversata è passato dal 2-2,4 per cento del periodo 2014-maggio 2018 al 6,2 per cento del periodo giugno 2018-giugno 2019. Fino al maggio del 2018 moriva una persona ogni 45 di quelle che partivano, mentre nell’ultimo anno ne muore una ogni 14. Inoltre il 60 per cento di chi parte è riportato in Libia, e costretto a rimanere in centri di detenzione in virtù degli accordi stipulati dal Governo Gentiloni che, grazie all’allora ministro Minniti, ha percorso una strategia finalizzata ad aumentare i controlli e ridurre gli arrivi dei migranti
attraverso patti bilaterali con i Paesi di provenienza in modo da contenere le partenze. Una strategia in totale continuità con quella perseguita dall’attuale Esecutivo giallo-verde. Una strategia bipartisan che unisce nella sua cinica inconcludenza borghese maggioranza e opposizione.
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