LORO E NOI - 30/07/2019
 
  • Tra pagliacci e saccenti

    La politica, nostrana ed internazionale, sembrerebbe ormai sempre più monopolizzata da strane e grottesche figure.
    Buffoni che, forse miracolati, presiedono i Governi di importanti nazioni, sostenuti da gruppi economici non meglio identificati e da un voto popolare di difficile comprensione.
    Il sistema democratico sarebbe quindi in crisi: avanzano i barbari e si aprono gli spazi per i furbi saltimbanchi che, non si sa come, riescono a tenere in mano il destino di interi Paesi.
    E’ questo il caso di Donald Trump, che secondo certa stampa statunitense sarebbe boicottato dal proprio stesso entourage, altrimenti farebbe più danni del previsto, oppure del nuovo Primo Ministro britannico Boris Johnson, immortalato da Le Figaro e dal New York Times del 24 luglio in una posa che ricorda il comico d’annata Benny Hill, oppure ancora il nostrano Salvini, pronto a negare l’evidenza e a smentirsi la sera per la mattina.
    Questa comoda lettura, nasconde in realtà due profonde debolezze di chi se ne fa fautore:
    È la posizione di forze politiche che sono state scalzate o messe in difficoltà dall’ “onda populista” e che mal digeriscono la sconfitta.
    È la posizione di chi non riesce a comprendere un determinato fenomeno sociale e, non avendo gli strumenti per darsi una spiegazione, preferisce rifugiarsi nel “è tutta una pagliacciata”.
    Il fenomeno populista non è un circo equestre emerso dai retaggi nefasti della storia, ma è un preciso fenomeno sociale che va studiato e capito. I rappresentanti della borghesia, per quanto all’apparenza possano sembrare a tratti “grotteschi”, sono rappresentanti della classe dominante, di frazioni borghesi che, pur di difendere i propri interessi, possono dimostrarsi risolute e feroci.
  • Affermare che i rappresentanti politici della classe dominante siano pagliacci e idioti, significa disarmare la classe operaia, facendo soltanto la figura di inutili saccenti. Sminuire il nemico può essere appagante nell’immediato, ma in realtà nasconde una profonda debolezza, superficialità e incomprensione degli eventi. Le avanguardie della classe operaia non possono cadere in questo tranello, quando gridando agli “inetti borghesi” si maschera soltanto la propria inettitudine.