LORO E NOI - 30/06/2019
 
Quando un sindacato è smart

«Non possiamo andare avanti con lo stesso modello degli anni Settanta».
In genere quando un burocrate sindacale esordisce con frasi del genere, nulla di buono si annuncia per i lavoratori. Infatti, nonostante questi perentori proclami promettano mirabolanti progressi e avanzamenti rispetto alla mitica epoca di riferimento, la prassi consueta in realtà si traduce piuttosto in un regresso nell’azione sindacale.
“Non possiamo andare avanti come ai vecchi tempi” si traduce così: dobbiamo tornare indietro anche rispetto ad allora.
Questa interpretazione e queste preoccupazioni sono giustificate ormai da decenni di rovinosi cedimenti sindacali, di vergognosa sudditanza al padronato e ai Governi più o meno “amici”, di svendite indegne dei lavoratori, sempre ovviamente in nome della “modernità” e dell’ “innovazione".
Tuttavia, a leggere le prime righe dell’articolo del Corriere della Sera del 28 giugno che riporta la perentoria dichiarazione, nella fattispecie rilasciata da Marco Bentivogli, leader della Fim-Cisl, verrebbe quasi da abbassare un po’ la guardia.
Lo storico quotidiano della borghesia lombarda non lesina toni enfatici nel descrivere l’ultima mossa del dirigente Fim («un altro passo nell’innovazione sindacale che caratterizza la sua linea»), salvo poi illustrare la svolta non proprio radicale: la Fim «lancia così la tessera digitale, abbandonando i modelli cartacei».
Che questo cambiamento possa essere dipinto in termini entusiasti mentre la sfiducia e il disgusto nei confronti dei confederali non cessa di crescere tra i salariati, mentre la stessa Cisl deve dibattersi nel fango di scandali che hanno messo in luce immonde complicità con la parte padronale sulla pelle dei lavoratori (basti pensare al caso, esploso sulla stampa ad inizio anno, dei braccianti della provincia di Latina e di altre aree del Lazio sottoposti ad un infame regime di caporalato), è qualcosa che può addirittura indurre ad un mesto, rassegnato sorriso.
Poi il Corriere precisa che, con la nuova tessera digitale, «la Fim disporrà di un monitoraggio in tempo reale dei suoi iscritti, della loro collocazione sul territorio e in azienda».
E il sorriso scompare.