LORO E NOI - 28/06/2019
 
Polarizzazione capitalistica

Nei giorni in cui i mezzi di informazione riportavano i dati relativi al numero di persone costrette a fuggire dai propri Paesi per cercare condizioni di vita accettabili (settanta milioni di persone di cui oltre 25 milioni sono rifugiati e più della metà minori, dati UNHCR), Il Sole 24 Ore (20 giugno) informava sui numeri contenuti nell’ultimo report di Boston Consulting Group (Global Wealth 2019: Reigniting Radical Growth) secondo cui, nel mondo, 22,1 milioni di paperoni detengono il 50% della ricchezza globale. «Duecentosei trilioni di dollari. A tanto è arrivata la ricchezza finanziaria privata nel mondo alla fine del 2018. Una somma enorme, che cresce meno rispetto al passato ma che continua ad essere concentrata nelle mani di pochi». Una cifra cresciuta, nel 2018, solo dell'1,6% rispetto al progresso del 7,5% che era stato messo a segno l’anno prima, e comunque a un tasso inferiore a quello storico pari al 6,2% registrato tra il 2013 e il 2017. Quanto alla crescita dei milionari (chi ha ricchezze finanziarie sopra il milione di dollari), sempre nel 2018, questi sono aumentati del 2,1% su base annua, raggiungendo i 22,1 milioni di individui. A livello geografico la loro maggior concentrazione è ancora nel Nord America (2/3 dei milionari mondiali risiedono negli Stati Uniti), tuttavia, al 2023, la regione che dovrebbe registrare la crescita più rapida della sua popolazione milionaria è l’Asia, seguita dall'Africa e dall'America Latina. L’Italia è la nona nazione con 5 mila miliardi di dollari di ricchezza finanziaria personale.
Se restringiamo il campo agli individui che, nel mondo, detengono un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari di ricchezza finanziaria personale, il numero si riduce drasticamente a 1.700 unità contro gli oltre 7,5 miliardi di persone che popolano il pianeta. Una ristrettissima fascia di popolazione privilegiata che si contrappone ai 25 milioni di persone, il numero più alto della storia, che fuggono da bombardamenti, invasioni militari, violenze, gruppi armati e altri pericoli. «Per l'ennesima volta, un triste record è stato superato - spiega Giulia Capitani, policy advisor su migrazione e asilo di Oxfam Italia - Ma dietro questi numeri ci sono storie drammatiche, fatte di viaggi lunghissimi e molto pericolosi, durante i quali (gli individui coinvolti, n.d.r) subiscono spesso torture e abusi indicibili, come i tanti che arrivano ancora oggi in Libia». (la Repubblica, 20 giugno).
Dietro questi numeri c’è la società capitalistica, una società dicotomica che a fronte di pochissimi privilegiati crea milioni di disperati.