Nessun serpente è velenoso quanto il capitalismo
Quale minaccia, quale insidia proveniente dal regno animale può sprigionare la suggestione, il richiamo esotico, il fascino romantico del morso del serpente? Questo pericolo sinuoso, silenzioso, evoca gli ultimi istanti di Cleopatra, l’epica di Kipling, uno sterminato immaginario cinematografico dal western a Indiana Jones.
Tutto sembra richiamare fuorché l’arida, prosaica, gretta realtà delle leggi di mercato, dell’imperativo del profitto, della logica capitalistica.
Eppure quella che è stata definita «un’emergenza sottovalutata» (Internazionale, 24/30 maggio) o «un’emergenza globale quasi dimenticata» (La Stampa, 15 giugno), con milioni di persone al mondo morse all’anno, decine di migliaia di decessi, centinaia di migliaia di lesioni permanenti, porta chiarissimi i segni della diseguaglianza economica, della marginalità sociale, delle dinamiche globali, contraddittorie e ingovernabili, del capitalismo.
È l’«accesso limitato alle strutture sanitarie», riporta Internazionale, a fare delle popolazioni rurali dell’Africa subsahariana e dell’India le vittime principali dell’avvelenamento da morso di serpente. Secondo La Stampa, «la mancanza di strutture sanitarie in grado di somministrare gli antidoti e le lunghe distanze da percorrere» costituiscono «fattori cruciali» nel fare dello Stato nigeriano di Bauchi il luogo in cima alla lista mondiale per numero di vittime.
Il dramma all’origine della gran parte dei morti e degli invalidi causati dal morso di serpente non è una conoscenza medica ancora priva di antidoto, ma la loro condizione di povertà che li rende immeritevoli di quelle cure e di quell’assistenza che pure è riservata ad altri esseri umani. È il loro essere irrilevanti per il mercato della salute.
Il quotidiano torinese evoca la terribile ricchezza di specie velenose nella regione nigeriana conosciuta come il «paradiso dei serpenti», si sofferma sul temibile “serpente tappeto”, uno dei «più aggressivi al mondo, tanto che si morde la coda da solo».
Sembra di udire il soffio lontano di un vento di morte e di avventura, sembra materializzarsi l’orizzonte di terre misteriose e spietate.
Non facciamoci ingannare, certo sono i rettili delle specie più esotiche e micidiali a mordere le carni dell’uomo nelle campagne dell’Africa, dell’Asia, delle Americhe.
Ma il veleno che spegne migliaia e migliaia di vite all’anno è quello del capitalismo.
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