LORO E NOI - 18/05/2019
 
Evviva gli utili, evviva la “crisi”!

Crisi è un concetto fondamentale per i marxisti.
Un concetto insito nella dinamica storica dei modi di produzione e nella strategia rivoluzionaria, e che, quindi, va impiegato con rigore, maneggiato con cura, aggettivato con la maggiore precisione e ponderazione possibili.
Per i padroni, invece, esiste una “crisi” sempiterna, piagnucolosa e ingannatrice, teoricamente inconsistente ma straordinariamente utile. «Superdividendi» titola in prima pagina Milano Finanza del 4 maggio, con riferimento in primis a Fca.
Le pagine economiche del Corriere della Sera dell'8 maggio sono una raffica di annunci di brillanti performance nel primo trimestre dell'anno: per Intesa SanPaolo un utile netto di 1,05 miliardi (superiore alle stime degli analisti), per Piaggio un utile netto in crescita del 97,7 % rispetto all'anno precedente, crescita «solida» per EssilorLuxottica, per Amplifon «crescita a doppia cifra». Avvenire del 9 maggio registra come anche Enel e Banca Generali chiudano il primo trimestre con una crescita di utili a doppia cifra.
Ovviamente, in una fase storica come l'attuale – di contrapposizione tra populismi interclassisti (e quindi oggettivamente funzionali, a loro modo, alla conservazione borghese) e sudditanza “progressista” ai dogmi del mercato, nel persistente silenzio della classe operaia – tutti questi dati non sostanziano il benché minimo accenno di una politica redistributiva che, pur nel quadro dei rapporti della società capitalistica, riduca squilibri e diseguaglianze sociali divenuti eclatanti.
Non solo.
Quando dovranno volgersi ancora ai lavoratori salariati, alla condizione proletaria, quando dovranno puntualmente negare ogni incremento salariale e ogni eventualità che di queste mirabolanti crescite una fetta vada anche ai lavoratori, i borghesi e il loro politicantame riscopriranno la “crisi”.
La loro “crisi”, quella che permette di incassare il boom di utili.