Quando il "popolo" sono due .
Il 16 Dicembre, a Budapest, si è svolta una manifestazione di protesta che ha coinvolto, stando alle stime giornalistiche, circa 15.000 ungheresi.
La protesta era rivolta contro l'approvazione della «legge schiavitù», che obbliga i lavoratori ad effettuare fino a 400 ore di lavoro straordinario annue (finora il limite era di 250), e contemporaneamente, permette al padronato di retribuirle 36 mesi dopo (attualmente 12 mesi).
In pratica l'operaio è obbligato a un lavoro extra di 1200 ore prima di iniziare a vederne il pagamento.
Occorrerà anche che si trasformi in ragioniere per impedire che all'evidente danno si aggiunga la beffa del facile imbroglio.
La legge, proposta dal governo «populista» di Orbán e approvata in parlamento con i 130 voti favorevoli del partito «populista» Fidesz, fa nascere il legittimo sospetto che forse esistono due popoli, quello di chi è costretto a lavorare di più, e quello di chi può pagare di meno e quando meglio gli aggrada.
Noi li abbiamo sempre chiamati «classi».
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