LORO E NOI - 29/11/2018
 
I tagli ai fondi pro-immigrati e il pianto italiano

No! Non facciamoci illusioni!
Benché di stampo cattolico, l'italico pianto non è dovuto a un sussulto di caritatevole pietà, ma bensì a più caserecce preoccupazioni.
Il 9 novembre, Avvenire online così titolava: «Decreto sicurezza, 18mila posti di lavoro a rischio. Soprattutto giovani».
Citando uno studio della Cooperativa InMigrazione, l'articolo sottolineava che: «I tagli previsti dalle nuove linee guida riguardano infatti esclusivamente costi legati all'erogazione di servizi di integrazione, garantiti con l'impiego di figure professionali specializzate. Un'occupazione giovanile stimata in oltre 36mila posti di lavoro qualificati, che con il taglio dei servizi rischia di perderne la metà».
Aboliti l'insegnamento della lingua italiana, la formazione professionale e la presenza dello psicologo. Tagliate per due terzi le ore dell'assistente sociale e del mediatore culturale. Dimezzata la presenza del Direttore e il rapporto tra operatori e ospiti scende a 1 su 50.
Immaginiamo lo sconcerto dei pochi migranti riusciti a sfuggire agli orrori e alle torture dei lager libici, voluti dai Minniti e dai Salvini, nel non poter usufruire del supporto dello psicologo .
La verità è che il capitalismo prima costruisce muri tra gli uomini, e poi costruisce il business, di chi, accettando i muri, si mette ad erigere scale nell'illusorio tentativo di superarli.
Lasciamo i costruttori di scale al loro muro del pianto e continuiamo a batterci per una società senza classi, senza muri e senza pianto.