LORO E NOI - 26/10/2018
 
Il costo enorme della guerra

A Sydney, Australia, da circa dieci anni ha sede l'Institute for Economics & Peace (IEP). Questo think tank globale, con sedi sparse ovunque, misura l'impatto economico delle guerre in ben 162 Paesi, in pratica in tutto il mondo. I centri di ricerca affiliati monitorano la situazione internazionale stilando anche un indice, il Global Index Peace, relativo ad ogni Paese. Quest'indice, apprezzato da personalità influenti come Kofi Annan e il Dalai Lama, è presentanto ideologicamente come un strumento importante per far comprendere il valore della pace. Insomma avrebbe una valenza educativa per smuovere le coscienze e sensibilizzarle. In realtà queste ricerche, probabilmente ignote ai più, rispondono più che altro al problema concreto di valutare la stabilità economica e politica di una specifica nazione, funzionando così da guida ai capitalisti, non collegati al mercato degli armamenti, intenti a muovere e investire capitali in ogni dove. Un altro indice stilato è il Global Terror Index per capire geografie e dinamiche del terrorismo locale e globale. Il primo studio risale al 2007 e in questi ultimi dodici anni ad essere sensibilimente aumentati sono stati proprio i fenomeni di terrorismo: +250%. Le guerre e il terrorismo hanno hanno fatto sì che il numero dei profughi aumentasse di sette volte in questo periodo arrivando al record di 65 milioni nel 2016. Gli ultimi dati accertati sono riferiti al 2016. In quell'anno il costo della sfera militare, in senso lato, è stato di 14 mila miliardi di dollari. Una cifra pari al 12,6% del Pil mondiale! Questa è la dimensione attuale del mercato votato alla violenza e alla distruzione imperialista. Sono cifre enormi da tenere bene a mente, ma ancora limitate data l'assenza per ora di guerre dirette tra medie e grandi potenze, guerre che l'ineguale sviluppo e il limite intrinseco del mercato mondiale inevitabilmente vanno preparando.