La scelta dello schiavo
In linea generale l'attuale dibattito politico borghese si sta impoverendo sempre più, la memoria delle dichiarazioni politiche si "resetta" ogni mattina e l'eterno oggi è diventato quasi una maledizione. In questo bel clima gattopardesco del "cambiamento", ai lavoratori, soprattutto quando sono voti in libera uscita, è chiesto di scegliere. Scegliere tra il cosiddetto vecchio "globalismo" ed il "sovranismo", variante del populismo. Il sito web Avanti OnLine del 27 settembre, che richiama la storica testata socialista Avanti, delinea a suo modo, in chiave nostrana, i protagonisti di questo scontro borghese: «Mentre in Europa avanzano i partiti nazionalisti, i progressisti provano a fare scudo e ad organizzarsi. Il punto di riferimento sembra ancora una volta il giovane Macron, dichiarato da Orban e Salvini come il principale nemico politico da battere nella prossima campagna per le Europee».
Il PD, soprattutto nella sua componente renziana, si schiera a fianco di Macron quale paladino dell'Europa e dell'integrazione, mentre Salvini strizza l'occhio a Orban, tra i primi fautori dei "muri" contro gli immigrati, facendosi portavoce del "prima gli italiani". Macron contro Salvini, "globalismo" contro "populismo", entrambi fautori di correnti politiche pronte a firmare riforme del lavoro che riducono sempre più i diritti dei lavoratori e a maltrattare il proletariato come meglio credono, fosse anche solo per proprio tornaconto personale. Da una parte abbiamo quindi Macron che sfrutta ed opprime i salariati in nome dell'interesse francese (e secondariamente dell'Europa), e dall'altra Salvini che lo fa nel nome dell'interesse italiano (senza citare l'Europa). Sulla Stampa versione online del 26 settembre, abbiamo poi un assaggio del tono di questo stucchevole scontro, quando Salvini risponde alle critiche di Macron sulla questione migranti ed il
caso della nave Diciotti: «Non accettiamo lezioni di diritto e di umanità da parte del signor Macron. Negli ultimi mesi ha blindato le frontiere con l'Italia e ha respinto più di 50mila immigrati, soprattutto donne e bambini».
È questo che i lavoratori sono chiamati a fare?
Schierarsi tra chi lascia a se stessi donne e bambini in nome del "globalismo" e chi lo fa nel nome del "sovranismo"? Ai lavoratori votanti è chiesto di scegliere, sì, ma non chi li guiderà nel prossimo futuro, sempre più a tinte fosche, bensì scegliere il bastone con il quale la mano borghese li colpirà per l'ennesima volta.
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