LORO E NOI - 27/06/2018
 
Se questo ( lavoratore ) è un uomo

Il pre-vertice europeo sui migranti pare non abbia dato esito positivo, anche se alla vigilia trapelava un minimo ottimismo.
Come riportato dal quotidiano La Stampa del 25 giugno la soluzione a 16 non arriva e «figuriamoci quando giovedì al tavolo del Consiglio europeo si siederanno anche i duri e puri di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia)».
La pretestuosa questione dei migranti tiene in scacco l'Europa, luogo dello scontro tra gli interessi dei singoli Stati dell'Unione Europea.
A farne le spese centinaia di migranti senza santi in paradiso, respinti dai porti italiani, ma non solo, come fossero un sacchetto della spazzatura male imbustato che nessuno vuole raccogliere.
A seconda della bisogna, o per motivi di consenso interno, vedi l'Italia, o per motivi di strategia di politica estera, vedi la Francia, i vari Governi giocano la carta del pugno duro contro l'immigrazione, detta clandestina, o si fanno fautori dell'accoglienza umanitaria e dei diritti universali degli uomini, quando fino a ieri non si facevano problemi a respingere donne incinte alla loro frontiera.
È proprio in situazioni come queste che la natura di predoni dei vari governanti dei Paesi imperialisti si manifesta. Coloro che non possiedono altro se non la forza lavoro non sono, per il capitale, esseri umani, ma sono merce da sfruttare, pedine dello scontro politico e addirittura strane creature non gradite che farebbero bene a tornare nelle loro "tane". Non serve a nulla, e questo è ad esempio il caso italiano, gridare al vento che una volta, neanche in un tempo troppo lontano, i lavoratori italiani sono stati a loro volta migranti e per questo derisi, rifiutati e sottomessi. Oggi si vive nell'eterno presente, sempre uguale e sempre diverso, in balia degli interessi di frazioni borghesi ciniche e senza scrupoli.
Mai come in questo periodo storico essere internazionalisti non solo è contro corrente, ma è davvero l'unico modo, circondati da tali nefaste ideologie, per far sì che un lavoratore possa definirsi ancora, veramente ed unicamente, un genuino essere umano.