Fa fine e non impegna
Il Pd sta attraversando una fase indubbiamente travagliata e il suo capogruppo alla Camera non ha voluto far mancare il proprio contributo al dibattito sulla ridefinizione dell'identità del partito. Graziano Delrio punta in alto: «Va messa in campo una critica più forte al capitalismo» (La Stampa, 12 maggio).
Non male per un alto esponente del partito del Jobs Act e per il ministro dei Trasporti in prima fila nella campagna per rendere più stringenti e limitative le regole sugli scioperi. Ma l'ex sindaco di Reggio Emilia è uomo di mondo, sa che un certo tipo di critica "anti-capitalista", se condotta con gli opportuni mezzi, entro certi limiti, e nei giusti tempi, non solo non rischia minimamente di infastidire quegli interessi borghesi nei fatti così fedelmente serviti. Se opportunamente modulata, può persino risultare gradita a determinate frazioni della borghesia (non a caso Delrio menziona, come uniche vittime delle storture del capitalismo, le «piccole imprese») e ben accetta dal milieu politico-culturale-ideologico di una classe dominante che sa benissimo distinguere tra critica e critica. Il capitale sa essere tollerante verso le pose socialisteggianti e i guizzi egualitari dei suoi servitori reduci dalle bastonature elettorali. Guarda al sodo e da questo punto di
vista il Pd ha fornito abbondanti garanzie.
|