Il paese della cuccagna 2.0
Ospite del programma "Si può fare" di Radio 24 è un curioso personaggio, un inviato dal futuro, incaricato di raccontare, tra il serio e il faceto, le innovazioni, gli scenari provenienti da un domani più o meno prossimo.
Nella puntata dell' 8 aprile, il suddetto inviato ci ha illuminato con un reportage non solo riferito ad un domani assai vicino (2023) ma attraversato persino da visioni ispirate ad un euforico messianismo positivista. L'entusiasta fanta-giornalista dell'emittente legata a Confindustria ci racconta, infatti, che tra un pugno di anni verrà lanciato sul mercato (le meraviglie del mercato sono davvero inesauribili) un esoscheletro in grado di alleviare in maniera formidabile il lavoro degli operai e di aiutare anziani e disabili. «È incredibile vedere» - esulta l'inviato dal futuro confindustriale - gli effetti benefici di questa innovazione sulla vita degli esseri umani alle prese con sforzi fisici. In effetti è incredibile pensare che, tra qualche anno, l'effetto principale e socialmente più significativo di simili sviluppi tecnologici sarà quello di rendere più bella la vita di operai, anziani e disabili (queste ultime categorie ovviamente delineate ed
evocate a prescindere da ogni appartenenza di classe). Evidentemente entro il 2023 sarà stato superato il dramma delle pensioni da fame o dei lavoratori privati di ogni decente tutela pensionistica, sarà garantito finalmente un pieno e dignitoso accesso di tutta la popolazione alle cure sanitarie e la tecnologia e la scienza saranno davvero al servizio del benessere del genere umano. Gli sviluppi tecnologici nella produzione e in ambito lavorativo non si tradurranno più, imperando il capitale e la sua irrefrenabile sete di profitto, in un aumento della precarietà e dello sfruttamento del lavoratore (si pensi, solo per citare uno dei casi più recenti, a come l'impiego di algoritmi nelle aziende della cosiddetta new-economy serva a spremere ancora di più i dipendenti), ma si risolveranno puntualmente in un benessere generale, in una manna per tutta la società, senza squilibri e contraddizioni. Già, tutto questo sembra, ed è, incredibile nel capitalismo. Ma questo dato di fatto
ovviamente sfugge ai cantori delle utopie padronali, ai mistici dell'eterno progresso capitalistico. Su una "rivelazione" invece, non abbiamo dubbi. Il nuovo prodotto finalmente sul mercato, in grado di consentire il raggiungimento di risultati lavorativi con minor impiego di forza-lavoro, «sta spopolando» in fabbrica. Se si lascia fare ai capitalisti e ai loro "profeti", così sarà.
In senso letterale.
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