LORO E NOI - 18/04/2018
 
L’utile “far west” italiano

Uno dei perni fondamentali sui quali si è incentrata la campagna elettorale delle elezioni del 4 marzo, è stato quello della sicurezza, legge ed ordine. Un tema di facile presa che è stato utilizzato tanto dalla coalizione di centrodestra quanto da Pd e Movimento 5 Stelle. Nei mesi precedenti alle elezioni, la grancassa borghese descriveva l’Italia come un vero e proprio far west. Un’Italia ammorbata da una criminalità dilagante, in aumento stante l’orda di migranti che stava invadendo il Belpaese, alla quale bisognava far fronte con l’istituzione di carabinieri e poliziotti di quartiere (programma della coalizione di centrodestra), l’assunzione di 10mila agenti delle forze dell’ordine per aumentare la presenza capillare sul territorio (M5S e Pd), l’impiego delle forze armate per la sicurezza delle città (centrodestra), la costruzione di due nuove carceri (M5S), l’istallazione di 50mila nuove telecamere di sorveglianza (Pd), la revisione della legge sulla tortura e l’espulsione di tutti i clandestini (centrodestra). Non è mancata poi l’occasione per promettere nuovi sgravi fiscali alle imprese, coniugandoli stavolta con gli investimenti nella sicurezza (M5S). Attratti anche dal piffero magico di queste parole d’ordine, milioni di proletari si sono recati alle urne ad eleggere i rappresentanti dei propri sfruttatori, a farsi passiva ed utile massa di manovra per le frazioni borghesi in lotta tra di loro sulla pelle dei lavoratori. Ma una volta conclusasi la tornata elettorale, com’era facilmente prevedibile, l’allarme migranti e sicurezza rientrava, ridimensionandosi quasi a scomparire. Forse, perché di un reale allarme non è si mai trattato.
I dati del Ministero dell’Interno pubblicati da la Repubblica del 31 dicembre 2017, tre mesi prima delle elezioni, lo confermano appieno. Rispetto al 2016, i furti calano del 9,1%, le rapine dell’11% e gli omicidi dell’11,8%. Per quanto riguarda questi ultimi in particolare, su 343 omicidi in totale avvenuti nel 2017, 46 sono attribuibili alla criminalità organizzata, mentre 128, ovvero quasi la metà dei rimanenti, sono stati consumati in ambito familiare-affettivo, rendendo quest’ultimo, stando alla logica da quattro soldi con cui la borghesia prepara le ideologie da dare in pasto al proletariato, uno degli ambiti più pericolosi in assoluto, secondo solo alla criminalità organizzata. Il lettore, giustamente, ci potrebbe accusare di fare una statistica sul solo confronto tra 2016 e 2017. Tuttavia è sufficiente dare un’occhiata al sito dell’Istat (pubblicazione Delitti, imputati e vittime dei reati) per scoprire che sia gli omicidi che i tentati omicidi sono in calo pressoché costante dal 1991 (grafico serie 1985 – 2014). Per quanto riguarda i furti in abitazione, si è registrato un aumento a partire dal 2009, che però si è fermato nel 2013 – 2014, e comunque i valori raggiunti sono gli stessi registrati in un picco analogo nel 1998 - 1999 (poco meno di 430 ogni 100.000 abitanti), nulla di nuovo quindi. Le rapine, dopo un lieve picco nel 2006 – 2007, tornano a diminuire, anche se a guardare il grafico, l’andamento è pressoché costante dal 1985, con valori compresi grossomodo tra le 45 e le 90 rapine ogni 100.000 abitanti. I furti di autoveicoli hanno subìto un vero e proprio crollo a partire dal 1991 passando da circa 650 ogni 100.000 abitanti, a meno di 300 nel 2014. I borseggi risultano in aumento, ma, raggiungendo quota 300 ogni 100.000 abitanti, pareggiano il picco del 1998 – 1999. Stando ai grafici Istat, se proprio si vuole indicare un “annus horribilis” tra il 1985 ed il 2014, questo è stato il 1991 (quando gli stranieri soggiornanti in Italia erano poco meno di 650mila), in cui si rilevano picchi in ogni tipo di reato sopra descritto, con una percentuale di omicidi e tentati omicidi mai eguagliata né prima né tanto meno dopo.
L’assenza di indipendenza politica del proletariato, la sua attuale scarsa propensione all’approfondimento indipendente, offre alla borghesia il vantaggio di poter utilizzare, assieme a tante altre, anche la leva securitaria, seppur slegata da ogni dato reale, per spostare ampi settori della nostra classe dove più le è utile.