LORO E NOI - 23/02/2018
 
Scuola di capitalismo  

A Vigevano per i bambini poveri non c'è mensa. Lo spiega (la Provincia Pavese, 19 febbraio) la presidente di un'associazione impegnata a raccogliere fondi per garantire il servizio di ristorazione scolastico anche a chi proviene da famiglie indigenti. I bravi minimizzatori e giustificatori a ciclo continuo delle contraddizioni del capitalismo si mettano il cuore in pace, non necessariamente si tratta di genitori furbastri ed evasori: alle elementari le fasce sono due – 3,60 e 5,10 euro a pasto – e alle materne sono quattro – dai 3 ai 6 euro circa – e, nota la presidente, sono alte, soprattutto per chi ha più di un figlio e deve pagare già il pre e post scuola. L'associazione ha optato per dare priorità ai bambini della materna, dove non è possibile portarsi il cibo da casa e, qualora il bambino dovesse essere riportato a casa per pranzo, non potrebbe tornare a scuola nel pomeriggio. Quella tra i bambini delle elementari e delle materne è «una scelta orribile», commenta la responsabile dell'associazione. «Ma non abbiamo alternativa».   In una società dove manager pagati per spremere i lavoratori ottengono milioni di euro all'anno, non c'è alternativa a lasciare senza un pasto caldo i bambini poveri («non c'è altra soluzione se non quella del panino»). Ma in questo quadro di degrado sociale, politico ed etico, ecco un particolare che ci rincuora circa le fondamenta democratiche della società borghese: la giunta comunale voleva proibire ai figli degli inadempienti anche l'accesso al refettorio, la magistratura ha sancito che invece possono consumare il pasto da casa insieme agli altri. I poveri vanno segregati o posti urbi et orbi davanti al pasto che meritano. Che bella scuola di capitalismo!