LORO E NOI - 17/02/2017
 
La medicina si arrende, ma a chi?

La recente scelta della multinazionale farmaceutica Pfizer di disinvestire dalle ricerche per nuovi farmaci per il trattamento di malattie degenerative come Alzheimer e Parkinson – troppi soldi investiti a fronte di profitti non giudicati adeguati, meglio orientarsi su ricerche più remunerative – è l'ennesima, plateale dimostrazione di come capitale e profitto siano ormai in inconciliabile e drammatico contrasto con uno sviluppo della conoscenza e delle forze produttive autenticamente al servizio degli interessi del genere umano. Solo chi non riesce o non vuole uscire dalla trappola ideologica del capitalismo come unica e definitiva forma di organizzazione sociale non si accorge di come il cuore del problema sia da ricercarsi nell'essenza stessa della società capitalistica. Infatti, non sono mancate, a commento della notizia, clamorose “sparate”, tanto roboanti quanto del tutto innocue ed inefficaci a fronte dei reali termini della questione. Basti pensare al titolone de il Giornale del 9 gennaio: «Alzheimer e Parkinson La medicina si arrende». E all'interno: «La Pfizer alza bandiera bianca: vincono Alzheimer e Parkinson». Non una parola di critica alla logica capitalistica che necessariamente e sistematicamente antepone il profitto alle vite, alle sofferenze, alle speranze di milioni di persone, condannate per il fatto di non costituire un adeguato mercato. Se non si chiarisce, se non si denuncia, se non si identifica a che cosa la medicina si arrende, di fronte a quali leggi della società la ricerca sventola bandiera bianca, rimangono solo le solite spacconate reazionarie. Rimane la patetica figura manzoniana di don Ferrante, che morì di peste maledicendo le stelle. Con la differenza che l'ignoranza di oggi è perfettamente funzionale a tenere in buona salute il capitale e i suoi servi.