Il loro decoro
Cosa accomuna l'amministrazione di centro-destra di Como e i vertici sedicenti comunisti di Pechino? Evidentemente una insaziabile brama di "decoro". Sulle rive di quel lago che tanto ruolo ha avuto nella letteratura italiana, il sindaco ha decretato che i senzatetto vanno multati e che i vigili urbani devono impedire ai volontari di fornire ad essi cibo e bevande calde. Il motivo? Rovinano il «decoro» natalizio (La Stampa, 20 dicembre).
Intanto a Pechino è partita una campagna (ovviamente la scala è cinese e la portata del provvedimento non è paragonabile per ampiezza e numeri all'iniziativa del sindaco comasco) con l'obiettivo di rendere le metropoli «città vetrine», piene, ovviamente, di «decoro».
Come perseguire il nobile obiettivo? Semplice, dando lo sfratto ai migranti interni, lavoratori che con la loro presenza, i loro impieghi mal retribuiti e il loro stile di vita proletario sono di ostacolo alla trasformazione della capitale in «una smart city a uso e consumo di chi avrà i soldi per viverci, per spenderli, per pagare affitti sempre più alti e per non vedere più poveri sulle proprie scintillanti strade» (il manifesto, 20 dicembre).
Anche in questa «forma di gentrificazione terribile, spietata e offuscata a livello internazionale solo dal nuovo "peso" geopolitico della Cina di Xi Jinping» (il manifesto), la lotta alla povertà è in realtà una lotta ai poveri.
Colpisce, quindi, notare come il filo dorato del «decoro» borghese unisca, a distanze così ragguardevoli, gli alti burocrati della Cina "comunista" e i savi amministratori dell'Italietta democratica.
Una democrazia per altro interpretata ad un livello talmente volgare e svilito da proporsi come l'ennesima attestazione di un degrado evidente dello stesso mondo politico borghese.
Il sindaco paladino del «decoro» ha ritenuto infatti opportuno farsi scudo con una tipica frase dell'attuale imbarbarimento politico italiano: «Questo chiedono i miei cittadini» (La Stampa).
Insomma, compito della classe politica sarebbe quello di recepire passivamente qualsiasi richiesta, ansia, umore, pulsione provengano dal grosso dell'elettorato. Ci sono stati tempi e luoghi in cui questa richiesta democratica, "dal basso", si è concretizzata in linciaggi. Ma al di là delle differenti formule retoriche, delle diverse vesti ideologiche e tradizioni politiche, la piccola e squallida campagna anti-clochard del sindaco di Como e la vasta e spietata campagna anti-lavoratori poveri delle autorità cinesi hanno in comune una sostanza: il territorio deve far guadagnare, le città devono soddisfare le esigenze della speculazione e della rendita immobiliare, del profitto commerciale etc. Devono diventare sempre più a misura di capitale e se ci sono esseri umani che ostacolano la massimizzazione di questo risultato, devono essere eliminati, allontanati, scacciati in spazi in cui la loro condizione non interferisca con i ritmi, le abitudini, le esigenze, lo stile di vita e il senso
estetico di chi può spendere adeguatamente.
Questo è il loro «decoro».
Poche cose sono più ignobili. |