Contro la crisi libertà di schiscetta!
Di fronte a certe trovate e al comportamento dei loro artefici non può che imporsi un amaro commento: e se ne vantano pure!
Il Movimento 5 Stelle Lombardia (meetup di Cura Carpignano) ha voluto comunicare la gioia per la «
vittoria» conquistata: la libertà per i bambini di recarsi a scuola con il pranzo da casa.
Nell'orrido guazzabuglio di entusiastiche dichiarazioni di guerra all'industria agroalimentare, di richiami costituzionali, di fervidi inni alla democrazia e di fiera difesa della libertà di scelta delle famiglie non può però che farsi largo il desolante dato di fatto. Di fronte alla crisi che «
morde» (come recita lo stesso comunicato grillino) e che può rendere un problema persino la spesa per la mensa scolastica, cosa risponde il movimento orgogliosamente anti-sistema? Mensa gratuita per i bambini provenienti da famiglie economicamente disagiate? Una lotta per imporre ai «
privati» evocati nel comunicato una politica di agevolazioni a favore degli alunni di estrazione proletaria? O magari interventi miranti ad affrontare almeno in parte le situazioni di disoccupazione o di precarietà alla base delle condizioni di criticità? Macché...la «
vittoria» grillina consiste nel fatto che i bambini poveri potranno liberamente portarsi da casa la schiscetta mentre quelli provenienti da famiglie più agiate potranno continuare ad usufruire del cibo della mensa. Ognuno sarà libero, fin dalla più tenera età, di nutrirsi solo ed esclusivamente sulla base delle possibilità economiche offerte dalla classe sociale di appartenenza. Viva la democrazia!
Qualcuno potrebbe obiettare che denunciare la bolsa retorica dei grillini di provincia (per altro chiaramente a disagio con la parola scritta) è un po' come sparare sulla croce rossa. Ma la questione in realtà è seria e significativa. Iniziative come questa, proprio perché provenienti “dal basso”, da quella base tanto mitizzata come infallibile portatrice di istanze rigeneratrici, mostrano quanto possano essere gravi e a quali gravissimi esiti reazionari possano condurre la mancanza o il rifiuto di una seria formazione politica, di uno studio e di un'analisi attenta delle contraddizioni sociali. Mostrano quali danni può arrecare alle classi subordinate la retorica del “buon selvaggio” in politica, il mito del contestatario dall'anima pura, dal linguaggio roboante, dalla genuina rabbia anti-casta ma dalla preparazione politica disperatamente carente. Si parte per contrastare, magari anche in buona fede, la crisi che «
morde» e gli interessi che su di essa speculano e si finisce per autoincensarsi per la grande «
battaglia» sociale: sei un bambino povero, la tua famiglia non ha i soldi per garantirti un pasto caldo alla mensa scolastica? Niente paura, potrai portarti quello che puoi da casa... Queste sono le conquiste della rivoluzione 2.0.