LORO E NOI - 30/03/2017
 
“Nuove idee”, solito attacco al salario

Il Sole 24 Ore, il giornale di Confindustria, ha riproposto l’attenzione sulla questione del welfare aziendale e lo ha fatto in occasione dell’annuncio di una banca bergamasca, Ubi Banca, di voler entrare in questo mercato. Già nel dicembre 2016 Confindustria aveva salutato con grande interesse il nuovo contratto dei metalmeccanici, siglato insieme ai sindacati confederali, che apriva in maniera decisa al welfare aziendale. Rossella Leidi, vicedirettore generale e chief wealth and welfare officer di Ubi Banca, afferma sulle pagine de Il Messaggero del 23 marzo, che «Ubi Welfare è una importante evoluzione della nostra offerta. Consente ad aziende e dipendenti, tramite una soluzione completa ed integrata, l’agevole accesso a piani di welfare e la fruizione di rilevanti benefici fiscali messi in campo dalla legge di stabilità». E cosa dovranno fare i dipendenti per poter accedere a tali succulente proposte? Rossella Leidi nell’intervista afferma che «i dipendenti potranno scegliere se convertire i premi in denaro, in beni e servizi welfare». Quindi una parte del salario che oggi viene assegnato ai lavoratori più meritevoli, più flessibili e, perché no, più servili, domani entrerà in un sistema di relazioni banca-azienda dove i lavoratori avranno sempre meno forza contrattuale. Una banca che fa da intermediario tra impresa e dipendente, come dice la responsabile di Ubi welfare, una banca che può offrire diversi servizi ad azienda e dipendenti come «finanziare i premi e l’attivazione del piano di Welfare» e «mettere a disposizione dei dipendenti condizioni vantaggiose su tutti i prodotti e servizi della banca». E quindi, se il lavoratore salariato vuole avere una banca che gli agevoli l’accesso a determinati servizi che oggi non può ottenere, con la concessione di una parte del proprio salario, otterrà condizioni «vantaggiose». Su questo terreno Confindustria, dopo la breccia che, con la collaborazione dei confederali, si è aperta con il contratto dei metalmeccanici, non intende tirarsi indietro e in concomitanza con Ubi Banca apre un osservatorio sul welfare aziendale, promosso dal centro studi Adapt. Si afferma così, su Il Sole 24 Ore sempre del 23 marzo, che sarà «un monitor per tutti i contratti» e si annuncia una «nuova geografia del lavoro che impone un radicale ripensamento dei modelli economici e il sostegno di un moderno sistema di welfare».
Un “moderno sistema” che si regge sulla rapina di una parte del salario dei lavoratori.