Piangi che ti passa
Un reportage fotografico apparso sul settimanale Internazionale (27 gennaio/2 febbraio) illustra la pratica ideata e commercializzata da un’azienda giapponese: le condizioni, i ritmi di lavoro nel Paese del Sol Levante sono fonti di diffuso stress, depressione e stanchezza cronica? La pressione sociale sui lavoratori porta non di rado alla morte per troppo lavoro (karōshi)? Niente paura, l’azienda in questione può fornire alle lavoratrici un’assistenza professionale perché possano alleviare lo stress attraverso il pianto. La percezione del problema che sta alla base di simili iniziative appare evidente. Le condizioni alienanti che rendono la vita dei lavoratori un calvario di stress e depressione non possono essere messe in discussione, sono un dato che appartiene all’ordine naturale delle cose. L’idea poi che i lavoratori si possano aiutare da soli attraverso le loro organizzazioni e le loro lotte, mettendo un argine alla sete di profitti che impone loro stili di vita insopportabili, non sembra figurare come opzione. Meglio rivolgersi al personale competente e abbandonarsi ad un bel pianto liberatorio. Per poi ricominciare meglio a subire.
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