LORO E NOI - 06/12/2024
 
Vittime eccellenti e non

Ci vuole un bel coraggio (come si suol dire, ed intendendo ben altra caratteristica rispetto al coraggio nel suo autentico significato) per dedicare il titolo dell’articolo sulla crisi Stellantis (l’articolo che apre le pagine dedicate al tema) alle vicissitudini dell’amministratore delegato Carlos Tavares. La crisi della casa automobilistica «travolge il manager» (Corriere della Sera, 2 dicembre), una «prima vittima eccellente» che ha percepito uno stipendio di 40 milioni di euro all’anno e si prepara probabilmente ad incassare altri milioni come buonuscita. Ci vuole un bel coraggio a confinare la condizione e le prospettive dei lavoratori – che hanno garantito, con la propria fatica, con il proprio sfruttamento, simili ricchezze al management, alla proprietà – nel finale dell’articolo, miseramente affidate alle frasi di rito dei vertici delle burocrazie confederali.
È un’amara lezione che ancora una volta ci viene dalla borghesia, dalla sfera mediatica e politica formata a sua immagine e somiglianza.
In una crisi come questa ci sono i travolti e i dimenticati.
Il management pagato a peso d’oro e fallimentare può essere ricordato nella sua condizione tragica di “travolto”
Una classe sfruttata che fatica da anni a reagire, che appare nel suo complesso drammaticamente disarmata, non è solo sfruttata. Può essere disinvoltamente ignorata, rimossa dall’attenzione mediatica, dalla narrazione pubblica, pur con tutte le sofferenze, le profonde ingiustizie della propria condizione.
Verso un proletariato che non la impensierisce, che non ne turba mai i sonni e i sogni di denaro e potere, la borghesia non si sente nemmeno in dovere di un benché minimo onore delle armi.
Il dramma è per il management, la proprietà e gli azionisti. Gli operai verranno dismessi, come è naturale che sia. La tragedia, con la sua cupa grandezza, è per gli esseri umani e gli operai, per i capitalisti, non lo sono.